Green pass per covid, tutto quello che c’è da sapere. Come funziona, a chi chiedere e quanto tempo ci vuole.
Si chiama Green Pass il lasciapassare per viaggiare all’interno dell’UE senza gli obblighi di test e/o quarantena. Ma chi può ottenerlo? E come? Quanto tempo ci vuole? Il green pass può essere utilizzato “quattordici giorni dopo l’ultima dose” del vaccino Covid, per coloro che si sono ripresi dal coronavirus per 180 giorni dopo un test PCR positivo.
La durata dei test è invece la seguente: i test molecolari saranno validi “72 ore” e quelli rapidi “48 ore”. A spiegarlo il commissario europeo alla Giustizia Didier Reinders durante una conferenza stampa di Bruxelles per presentare la nuova proposta di raccomandazione per i viaggi nell’Ue, chiesta dal Consiglio europeo la settimana scorsa nell’ottica dell’inizio della stagione estiva.
A partire da oggi, 1 giugno, per i Paesi Ue pronti sarà tecnicamente possibile emettere certificati digitali Green Pass e riconoscere i certificati emessi da altri Stati membri. Oggi, la Commissione europea renderà operativo Gateway, una piattaforma che consentirà al certificato UE di funzionare oltre i confini, a pieno regime. Il pass spetterà a tutti i cittadini comunitari che soddisfano le condizioni necessarie (vaccinazione, convalescenza o test) a partire dal 1 luglio, quando entrerà in vigore il regolamento che lo stabilisce.
“La data prevista per il via del green pass europeo è il 15 giugno: sarà un modello informatico, ma finché non entrerà in funzione potrà essere sostituito da un documento cartaceo”, ha spiegato il ministro del Turismo Massimo Garavaglia che ha sottolineato: “In Europa si viaggerà con tre regole: vaccino, tampone, oppure anticorpi. L’importante è che siano chiare le regole e semplici”.
Gli individui che hanno completato la vaccinazione, ovvero due dosi di AstraZeneca, Pfizer e Moderna e una dose di Janssen (J&J), hanno il lasciapassare e non eseguire ne il test e ne la quarantena di 14 giorni. Lo stesso ale per le persone che si sono riprese dal covid e hanno ricevuto una sola dose del vaccino, considerata sufficiente per proteggerli dalla malattia.
Nel caso in cui uno Stato membro accetti la prova della vaccinazione per eliminare le restrizioni alla libera circolazione dopo la prima dose, deve accettare anche il pass vaccinale UE alle stesse condizioni. Se un Paese vuole essere “più flessibile” di quanto raccomandato, “può farlo”, spiega un alto funzionario dell’UE. Ma questa flessibilità dovrebbe valere per tutti, non può essere limitata ai cittadini di quel particolare Paese.
I soggetti guariti dal Covid-19 devono essere esonerati dal test e/o dalla quarantena nei180 giorni successivi alla positività del test PCR attestante l’infezione (valido dall’undicesimo giorno successivo al test, una volta terminato il periodo di contagiosità). Per chi non è vaccinato o non guarito, deve fare il test riconosciuto anche all’estero.
Per i test viene proposto un periodo di validità standard (oggi ogni Paese determina il periodo di validità in modo indipendente): per il PCR o per i test molecolari, il periodo di validità è di 72 ore, e per i test antigenici è di 48 ore. Gli Stati possono reintrodurre le restrizioni anche a persone vaccinate e guarite se la situazione epidemiologica peggiora rapidamente o quando viene segnalata un’elevata prevalenza di opzioni allarmanti.