Green pass anche a lavoro

Di Antonia De La Vega 2 minuti di lettura
green pass a lavoro

Il Green pass verde anche per andare al lavoro e chi non esibisce potrebbe essere adibito a diverse mansione oppure sospeso dalla retribuzione.

L’ipotesi è avanzata da Confindustria, che chiede di aggiornare in tale senso il protocollo sulla sicurezza nei luoghi di lavoro siglato dalle parti sociali nelle scorse settimane al tavolo con il Governo.
La proposta dell’associazione imprenditoriale è contenuta in una mail interna del direttore generale, Francesca Mariotti, ai direttori del sistema industriale:motivata dal problema che «numerose imprese associate hanno segnalato la presenza di percentuali consistenti di lavoratori che scelgono liberamente di non sottoporsi alla vaccinazione anti-Covid19, esponendo di fatto a un maggior rischio di contrarre il virus se stessi e la pluralità di soggetti con cui, direttamente o indirettamente, entrano in contatto condividendo in maniera continuativa gli ambienti di lavoro».

Nella proposta di Confindustria si legge: «L’esibizione di un certificato verde valido dovrebbe rientrare tra gli obblighi di diligenza, correttezza e buona fede su cui poggia il rapporto di lavoro» si legge. Di conseguenza, si propone che il datore di lavoro, ove possibile, a fronte di un’opposizione al vaccino, possa «attribuire al lavoratore mansioni diverse da quelle normalmente esercitate, erogando la relativa retribuzione».

Chi decide di non vaccinarsi potrebbe andare in contro a un cambio di mansioni e anche salariale:«Qualora ciò non fosse possibile, il datore dovrebbe poter non ammettere il soggetto al lavoro, con sospensione della retribuzione in caso di allontanamento dell’azienda». 

Immediatamente il no dei sindacati.Commenta il segretario della Cgil, Maurizio Landini:«Non va mai dimenticato che i lavoratori sono cittadini e hanno i diritti e i doveri di tutti i cittadini. Siamo di fronte a una forzatura. In questo anno di pandemia, i lavoratori sono sempre andati in fabbrica in sicurezza. Rispettando i protocolli e le norme di distanziamento. Non sono le aziende che devono stabilire chi entra e chi esce». Landini sottolinea che una scelta come quella ipotizzata da Confindustria la può compiere solo il Governo. Non i datori di lavoro.

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