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La Cina è vicina…a Goldman Sachs. Il colosso bancario USA ha fatto shopping di aziende sia in patria che in Inghilterra utilizzando anche denaro del fondo sovrano cinese China Investment Corporation (Cic), senza rendere noto il coinvolgimento dell’entità asiatica nelle operazioni. Le due società sono legate da un accordo di partnership nel private equity da 2,5 miliardi di dollari. La notizia, rilanciata dal Financial Times ha creato imbarazzo durante i recenti colloqui a Pechino tra la segretaria al Commercio USA, Gina Raimondo, e la sua controparte cinese Wang Wentao.
Il Financial Times ha svelato sette operazioni che hanno “aiutato i fondi sovrani ad accumulare partecipazioni indirette in aziende di settori critici” aggirando i controlli sugli investimenti esteri dell’ex Impero Celeste. Se le acquisizioni di una start-up che segue le catene di fornitura globali, oppure quella di una società che fornisce consulenza sul cloud computing o di una società di test antidroga appaiono tutto sommato innocue, non altrettanto si può dire della britannica Lloyd’s Register Quality Assurance (Lrqa), unità cyber e ispettiva del gruppo di classificazione navale Lloyd’s Register.
Questa compagnia opera in settori strategici, dall’aerospazio alla difesa, dall’energia alla salute, nonché controlla Nettitude, l’azienda che si occupa della sicurezza informatica del governo di Londra. Anche se FT ha precisato che in quest’operazione “il coinvolgimento finanziario dello Stato cinese è stato relativamente ridotto” la testata ha chiarito che Cic “è più strettamente coinvolto nelle aziende che acquista rispetto agli investitori tipici della maggior parte dei fondi di buyout”.
Goldman Sachs non ha smentito la notizia: “Il fondo di cooperazione è un fondo statunitense gestito da un manager statunitense in conformità con tutte le leggi e i regolamenti. Continua a investire in aziende statunitensi e globali, aiutandole a aumentare le loro vendite nel mercato cinese”.
Azioni Goldman Sachs: quotazioni in ripresa, pronte per superare la media mobile a 25
Quotato sul New York Stock Exchange, il titolo Goldman Sachs sembra essere impostato al rialzo nel breve termine, nonostante la performance negativa registrata nella seduta di ieri. Dopo un’apertura in gap up (subito ricoperto nell’intraday) le quotazioni hanno intrapreso un andamento fortemente ribassista che le ha portate a realizzare un minimo sotto la soglia dei 326 dollari per poi rimbalzare leggermente nel corso della serata.
Dopo il massimo toccato lo scorso 24 luglio sul livello 361,62 l’azione ha drasticamente invertito la propria rotta con prolungato e violento movimento discendente che si è arrestato solo verso la fine di agosto. Da quel momento, infatti, i corsi hanno ripreso a salire. Lo stanno facendo molto lentamente ma in modo convincente dato che gli ultimi due minimi relativi più recenti (23 agosto a quota 318 e 6 settembre sul livello 319,31) sono crescenti e permettono di disegnare una trendline rialzista, non particolarmente inclinata, ma che fa ben sperare per un solido rimbalzo. Ora il prossimo ostacolo è la media mobile a 25, che ieri è stata solo sfiorata senza essere superata neppure durante la giornata. Ma probabilmente è solo questione di tempo vista la struttura grafica del titolo e la (timida) tendenza positiva in corso.
Dal punto di vista operativo, pertanto, l’ingresso in posizioni long è consigliabile al superamento del livello 330,15 con target nell’intorno dei 338,45 dollari, mentre le posizioni ribassiste potranno essere aperte solo alla violazione di quota 325,12 con obiettivo molto vicino al livello 318.
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