(Money.it) La guerra in Ucraina assomiglia sempre più alla trama del film di Nanni Loy “Pacco, doppio pacco e contropaccotto”. Mentre al fronte i soldati di entrambi gli schieramenti cadono “come d’autunno sugli alberi le foglie”, le cancellerie interessate continuano a giocare la loro partita puntando tutto sulla propaganda.
Come ci aveva anticipato l’ex ambasciatore Marco Carnelos, il vertice Nato di Vilnius non ha portato grandi novità: non c’è una data per l’invito all’Ucraina di entrare a far parte della grande famiglia dell’Alleanza atlantica, con Kiev che si è dovuta accontentare di un’altra carrellata di armi provenienti questa volta da Germania e Francia.
L’Italia anche questa volta è stata una spettatrice nel palcoscenico internazionale; non che quando a Palazzo Chigi era di stanza Mario Draghi la musica fosse diversa, ma Giorgia Meloni si è limitata a un bilaterale con Recep Tayyip Erdogan per cercare di mettere un freno alle partenze dei migranti dal Nord Africa: da quando c’è il centrodestra al governo nel Belpaese c’è stato un record di sbarchi, un paradosso per un governo sovranista che ha promesso subito un blocco navale.
Per il resto la nostra posizione in merito alla guerra in Ucraina è quella degli Stati Uniti, quindi fa bene Giorgia Meloni a evitare le domande dei giornalisti che magari potrebbero chiederle invece delle difficoltà sul Pn
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