Monitorando l’attività fisica nel Belpaese si è scoperto che è aumentato il numero di italiani che praticano attività fisica, si conferma il trend tra aprile e maggio 2022 del gruppo attivo, che rimane invariato al 39%, mentre un dato positivo, seppur lieve, si registra: il 2% delle persone passano da sedentarie (23%) a casuali (38%).
Un popolo di sedentari ma pronti al cambiamento
L’hardcore per gli italiani è ancora sedentario, anche se la vicinanza del periodo estivo ha portato ad uno stile di vita più attivo. Per questo è stato molto importante sfruttare l’occasione dell’estate per far uscire le persone sedentarie dalla loro routine e coinvolgerle in comportamenti più attivi, anche abbinandoli ad altri hobby. Occorrerebbe stimolare questa fascia di popolazione, rendendola prima disinvolta e poi attiva, trasmettendo la consapevolezza del potenziale benefico per la salute fisica e mentale di un movimento sempre più frequente.
Più parchi attrezzati per gli italiani per farli innamorare dello sport anche in inverno
Gli effetti stagionali influenzano anche il contesto in cui si svolgono attività sportive e fisiche. Diminuisce, infatti, la propensione all’esercizio in casa a favore dei parchi e non cresce l’interesse per gli impianti sportivi. Per quanto riguarda i luoghi in cui gli italiani preferiscono trasferirsi, si riduce sensibilmente il numero di coloro che si allenano a casa (32% e -7% da dicembre 2021), mentre aumenta il numero di coloro che si spostano nei luoghi pubblici. Tuttavia, i maggiori beneficiari di questo aumento sono gli spazi liberi non attrezzati, passati dal 46% al 57%, e quelli meno attrezzati dal 13% al 17%. Ciò che rimane costante, senza variazioni di rilievo da dicembre, è l’attività fisica all’aperto (11%) o al chiuso (18%).
I Baby Boomers sempre più amanti della casa
A livello generazionale tra i segmenti si registrano preoccupanti differenze tra i Millennials (da 25 a 39), che si spostano più frequentemente (44%), rispetto ai Baby Boomers (da 56 a 74), che si fermano al 30%. Alla curva generazionale si aggiungono le condizioni socioeconomiche, che svolgono un ruolo importante, con la classe fragile che raggiunge una quota del 33% di lavoratori insediati. Infine, il livello di istruzione, e quindi la consapevolezza dell’importanza dell’attività fisica per la salute, rivela un divario altrettanto allarmante, con un tasso di sedentarietà del 31% tra i meno istruiti.