La pandemia e il lockdown, ma in generale tre mesi di inattività, hanno avuto un impatto abbastanza violento sulle finanze degli Italiani, che si sono ritrovati a corto di liquidità.
La risposta a questa condizione di disagio è stata, prevedibilmente, quella di rivolgersi a qualcuno che potesse colmare il vuoto economico. E chi se non i compro oro?
E gli Italiani sono stati concordi nella ricerca di forme di prestito alternative rispetto ai classici prestiti bancari o alla cessione del quinto. Secondo gli ultimi dati, infatti, negli ultimi mesi, è esploso il numero di persone che hanno cercato e cercano prestiti garantiti o liquidità, vendendo i loro preziosi oggetti ai compro oro.
I principali operatori italiani nel settore pegni e compro oro hanno dichiarato che vi è stata una notevole accelerazione dei volumi rispetto allo scorso anno.
I dati del primo semestre
In termini di volume di prestiti, la crescita al 30 giugno è aumentata del 39% rispetto all’anno precedente, con oltre 10,6 milioni di pagamenti per questo periodo e una garanzia totale di 13,3 milioni.
Il mercato nel 2019 valeva tra 900 milioni e un miliardo di euro e solo il 5% dei prodotti è finito in asta. Se gli effetti negativi della pandemia continuano sull’economia, si potrebbe assistere ad un’ulteriore crescita dopo il mese di luglio (che è stato storicamente un buon mese per l’attività) di circa 15%. Per quanto riguarda invece il numero delle transazioni si stima un aumento del 18% rispetto a febbraio.
Il boom dei compro oro
L’aumento dell’attività dei compro oro, secondo l’Associazione Nazionale Tutela Comparto dell’Oro (ANTICO), è stato levato. Il presidente Ragno riguardo:
“Voglio chiarire che questo è molto diverso dai prestiti garantiti. In ogni caso, c’è un aumento del numero di domande rispetto al periodo pre-Covid del 30-40%, con un aumento dovuto alla fase delle restrizioni economiche e finanziarie. I prezzi dei metalli preziosi a livelli record hanno anche spinto all’acquisto di oro, spingendo anche le persone che non hanno bisogno di venderlo ma sanno di aver smesso di usare oggetti da offrire ai negozi o persino ai gioiellieri, forse sotto forma di uno scambio”.