Giugno è il mese del Pride: appuntamenti e manifestazioni per l’amore libero

Di Gianluca Perrotti 3 minuti di lettura
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Per tutto giugno (ma anche luglio), l’Italia sarà travolta da un’ondata arcobaleno: è infatti il mese del “pride”.  Una serie di celebrazioni volte a superare la discriminazione e l’ignoranza, difendendo i diritti e la dignità delle persone omosessuali, omosessuali, transgender e non binarie.

Una tradizione di celebrare il Pride a giugno che affonda le sue radici nel 1969, quando nella notte tra il 27 e il 28 giugno scoppiarono a New York City gli Stonewall Riots, una rivolta della comunità LGBTQIA+ contro le incursioni della polizia in vari club queer della città. Una rivolta che è passata subito alla storia, ponendo le basi per il successivo gay pride.

Oggi, a più di 50 anni dagli eventi di New York, le manifestazioni del Pride sono più che mai necessarie per aumentare la consapevolezza dei diritti e promuovere l’uguaglianza e la libertà.

Come ogni anno si fanno varie critiche allo spettacolo, accuse di esibizionismo, scarsa attenzione agli affari, aggressività o, il più delle volte, di cattivo gusto. La Pride Parade nasce però con un preciso obiettivo politico: conoscerne la storia significa capire perché non è un carnevale.

La tradizione del Pride iniziò dopo il 27 giugno 1969, quando la polizia fece irruzione nello Stonewall Inn gay club di New York con il pretesto di controllare una licenza di alcolici: in realtà, gli avventori dell’establishment furono intimiditi ed espulsi con la forza Silvia Rivera, una donna transgender che in seguito divenne un attivista simbolico, lanciò una protesta alla quale si unirono molte persone, compresi coloro che fuggivano dalle strade: la rivolta si trasformò in una vera e propria guerra urbana.

Coscienza e rabbia sono state separate per la prima volta e le sfilate del Pride, ogni mese di giugno del Pride, sono un ricordo di questa protesta, sublimandola in un momento di festa, unità e riflessione.

Tuttavia, molti vedono l’atteggiamento celebrativo poco serio -e quindi colpevole- e nulla degno di trasmettere alcun messaggio: il Pride sarebbe quindi una sfilata esibizionista che vuole turbare l’ordine pubblico quando invece è una pretesa perseguitata. individui innocenti in quanto tali, ma vittime di un sistema che può essere cambiato.

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