Giornata Internazionale contro il lavoro minorile e il Belpaese

Di Antonia De La Vega 4 minuti di lettura
lavoro minorile e sfruttamento

In Italia sono 340.000 i minori al lavoro, è difficile avere un dato veramente attendibile sull’argomento, Sebbene sia stato vietato nel Belpaese già dal lontano 1967, il lavoro minorile è un fenomeno silenzioso.

Parliamone oggi durante la Giornata Internazionale contro il lavoro minorile,  ma continuiamo a prestarci attenzione anche “domani”, perché questa problematica sociale potrebbe diventare ancora più seria con la crisi economica generata dal covid.

In Italia è vietato dal 1967, ma il lavoro minorile (inteso al di sotto dei 16 anni) è un fenomeno che non è mai scomparso.  La pandemia, le scuole chiuse e l’allargamento delle fasce delle famiglie in povertà hanno portato all’aggravarsi di tale situazione.

Il lavoro minorile è impiegato soprattutto in quattro ambiti: la ristorazione, il settore agricolo, il commercio e l’artigianato. Le esperienze più durature sono quelle legate al settore della ristorazione e alle attività artigianali. Un ragazzo su 5 dei 14-15enni che lavorano svolgono un’attività di tipo continuativo (quasi 55.000), soprattutto in ambito familiare. C’è poi un’area particolarmente a rischio sfruttamento: si tratta di quei minori che vengono fatti lavorare di notte (dopo le 22.00) o nelle ore serali (dalle 20.00 alle 22.00).

Sullo sfruttamento lavorativo dei minori esistono però pochi dati attendibili ed essendo un “lavoro” tenuto nascosto non esiste un monitoraggio continuo. Ci sono i dati dell’Ispettorato nazionale del lavoro, relativi alle sanzioni per la violazione della legge (nel 2019 sono state 243), naturalmente un dato irrisorio considerando il fenomeno che rimane per la gran parte sommerso.

L’Organizzazione Internazionale del Lavoro e l’UNICEF , in occasione di questa giornata, ricordano che nove milioni di bambini in più sono a rischio di lavoro minorile a causa della pandemia di COVID-19.  Il numero di bambini costretti in lavoro minorile è salito a 160 milioni nel mondo — un aumento di 8,4 milioni negli ultimi quattro anni.

Si legge al sito dell’ILO il commento sul  rapporto Child labour: 2020 global estimates, trends and the road forward (“Lavoro minorile: stime globali 2020, tendenze e percorsi per il futuro”) — pubblicato proprio in occasione della Giornata mondiale contro il lavoro minorile: ” il progresso verso l’eliminazione del lavoro minorile ha subito una battuta d’arresto per la prima volta in 20 anni, invertendo la tendenza al ribasso che ha visto il lavoro minorile diminuire di 94 milioni tra il 2000 e il 2016.
Il rapporto evidenzia  che i bambini di età compresa tra i 5 e gli 11 anni costretti in forme di  lavoro minorile sono aumentati in modo significativo e rappresentano poco più della metà del totale a livello globale. Dal 2016, il numero di  bambini di età compresa tra i 5 e i 17 anni occupati in lavori pericolosi — definiti come lavori che possono danneggiare la salute e lo sviluppo psico-fisico e morale dei bambini e adolescenti— è aumentato di 6,5 milioni, fino a raggiungere 79 milioni.”

 

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