Generali: Del Vecchio e Caltagirone fuoco sotto la cenere, che fare con l’azione?

Di Redazione FinanzaNews24 2 minuti di lettura

(BorsaeFinanza.it) La Delfin, la holding cassaforte della famiglia Del Vecchio, è stata autorizzata dalla Consob a salire oltre il 20% delle Assicurazioni Generali. Memori di quanto accaduto all’assemblea per il rinnovo del Consiglio di amministrazione del Leone di Trieste, gli analisti hanno subito congetturato di nuovi assalti alla diligenza, con la complicità, ovviamente di Francesco Gaetano Caltagirone. Lo scorso anno il tentativo di spodestare l’amministratore delegato di Generali, Philippe Donnet, accusato di immobilismo sulla crescita per linee esterne, era fallito.

Ma Caltagirone non molla e la salita di Delfin promette nuove battaglie, sia in Generali che in Mediobanca che possiede il 13% del gruppo assicurativo (Delfin è al 19,8%). Prima, tuttavia, all’interno di Delfin bisognerà risolvere le questioni ereditarie dopo la morte del patron Leonardo Del Vecchio, mentre alla guida dovrebbe rimanere Francesco Milleri, il delfino del fondatore di Luxottica a cui il “de cuius” ha lasciato 270 milioni di euro.

Milleri ha peraltro lanciato dei segnali che, all’apparenza, sono concilianti. Per esempio ha spiegato che la salita di Delfin in Generali non è una scalata ma un semplice effetto del piano di riacquisto delle azioni proprie voluto da Philippe Donnet. Grazie a quel piano Delfin è salita sopra la soglia del 10% e ha chiesto a Ivass (l’Istituto di vigilanza sulle as


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