FTX: storia dell’ascesa e del crollo del gigante delle criptovalute

Di Redazione FinanzaNews24 7 minuti di lettura

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Il caso FTX, uno degli exchange più grandi al mondo che ha dichiarato bancarotta generando un terremoto nel settore delle criptovalute, è stato un evento importante (per l’enormità delle somme evaporate e i legami dell’azienda con i piani alti del potere) passato in gran parte inosservato. Il crac della piattaforma fondata nel 2019 dal giovane miliardario Sam Bankman-Fried, considerato da più parti un genio visionario a capo di una realtà affidabile sia nel settore delle crypto che nella finanza tradizionale, è tornato al centro del discorso grazie al documentario The Fake Genius: a $30 Billion Fraud, realizzato dallo youtuber James Jani.

FTX: la storia vera dietro l’exchange

Il doc di Jani, disponibile gratuitamente su YouTube e arrivato a 2 milioni di visualizzazioni in appena dieci giorni, ripercorre ascesa e declino di SBF e della sua creatura. FTX emerge nel 2019 come un attore chiave in un settore in continua evoluzione come quello delle criptovalute e della tecnologia blockchain. Lanciata da Bankman-Fried e Gary Wang, Futures Exchange offre soluzioni innovative di trading e diventa in pochissimo tempo una piattaforma amata dagli appassionati e dagli investitori che desiderano impegnarsi negli scambi di asset digitali.

Classe 1992, figlio di una coppia di professori di giurisprudenza all’Università di Stanford, SBF investe parecchio in pubblicità (soprattutto nello sport: i Miami Heat nell’NBA, l’MLB di baseball, il team Mercedes in Formula 1) e coltiva significativi rapporti politici. Oltre che donatore del Partito Democratico, il secondo in assoluto dopo George Soros, si fa fotografare accanto a pezzi grossi come Bill Clinton e Tony Blair ed è ospite fisso degli eventi a Davos del World Economic Forum, sul cui sito campeggia il logo di FTX.

L’exchange offre ai trader una varietà di prodotti tra futures, equities, opzioni, spot trading, real estate, azioni e obbligazioni in forma tokenizzata. La piattaforma ha successo per l’interfaccia user-friendly, le funzioni di trading avanzate e l’attenzione posta al cliente. Nel 2020 acquisisce Blockfolio (la app per seguire il portafoglio di criptovalute) per 150 milioni di dollari e raccoglie 900 milioni da oltre 60 investitori, tra cui Softbank, Sequoia Capital e altre società. Nel giro di due anni, FTX diventa il secondo exchange di critpovalute al mondo, concorrente diretto di Binance e con un valore stimato attorno ai 32 miliardi di dollari.

Sam Bankman-Fried Considerato l’enfant prodige delle crypto, laureato in fisica e matematica al MIT, specializzato nell’arbitraggio crittografico e con un passato da stagista alla Jane Street Capital, vegano e fortemente liberal, Bankman-Fried conquista le copertine di importanti riviste (il suo faccione campeggia su un numero speciale di Forbes) e arriva a sedere su un patrimonio valutato nell’ordine dei 16 miliardi, con un picco di 26,5 miliardi. Founder di Alameda Research, società di trading focalizzata sulle valute digitali che fa da provider di liquidità per FTX, il giovane imprenditore fa crescere la sua impresa a ritmi inauditi.

Il layout della piattaforma, facile da usare e combinato con una varietà di prodotti, attira un pubblico eterogeneo e globale. Gli investitori e i professionisti amano FTX per la sua (apparente) dedizione alla trasparenza, l’attenzione alla formazione e l’enfasi nel fornire un’esperienza di trading olistica. Quando Bankman-Fried sposta il quartier generale da Hong Kong alle Bahamas, parte un piano di investimenti massiccio e senza precedenti. Nasce il fondo di venture FTX Ventures da 2 miliardi di dollari, raccogliendo 400 milioni con un finanziamento di serie C. Nei piani c’è lo sviluppo di una divisione dedicata ai videogiochi da affiancare a quella degli NFT, mentre l’exchange finalizza un accordo per l’opzione d’acquisto di BlockFi per una cifra vicina ai 240 milioni di dollari.

Ascesa e crollo di FTX

Il successo sembra inarrestabile. Nel settembre del 2022, FTX.US si aggiudica all’asta le attività digitali del broker di criptovalute Voyager Digital, ormai in fallimento. Il valore dell’operazione è di 1,42 miliardi di dollari, di cui 1,31 miliardi in crypto detenute da Voyager e 111 milioni di corrispettivo aggiuntivo. L’accordo è soggetto all’approvazione dei tribunali fallimentari e dei creditori di Voyager. Un mese dopo, cominciano i primi scricchiolii. Da indiscrezioni di stampa emerge che FTX è sotto inchiesta in Texas per una presunta vendita di titoli non registrati. È il primo segnale del declino: l’immagine dell’exchange comincia a soffrire a causa di numerose denunce di operazioni fraudolente e anomalie varie.

Sono in tanti a segnalare sulla piattaforma il wash trading, la pratica illegale con cui gli investitori manipolano i prezzi e i volumi delle transazioni per dare un’apparenza fuorviante dell’attività di mercato. Queste accuse – insieme ai sospetti che il sistema di FTX sia anche un mezzo di riciclaggio di denaro e di regolazione di transazioni sporche o segrete – mettono in dubbio la credibilità della piattaforma e la sua adesione fedele alle procedure di fair trading.

Il crollo dell’impero di SBF è rapido quanto la sua arrampicata. Tutto comincia con un tweet di Changpeng Zhao, il fondatore e CEO di Binance. CZ annuncia sul social network che il suo exchange ha deciso di liquidare qualsiasi FTT (il token originario di FTX) rimasto sui loro libri contabili per una posizione da 500 milioni di dollari. La decisione, sulla scia del caso Luna, il token dell’ecosistema Terra agganciato alla stablecoin UST e fallita clamorosamente, è presa in seguito alla pubblicazione di un articolo sulla rivista online CoinDesk che, entrata in possesso di un documento di bilancio privato, solleva


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