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Meno di mezzo punto percentuale, circa 120 punti, separano il FTSE Mib dalla soglia dei 30.000 punti persa nella settimana finale del mese di giugno 2008. Sono passati 15 anni prima che l’indice delle blue chip della Borsa milanese ritornasse ai livelli precedenti il fallimento di Lehman Brothers che chiuse i battenti il 15 settembre 2008.
Ci ha messo più di altri benchmark ma nel 2023 ha avuto pochi rivali. Da inizio anno il FTSE Mib è salito del 25,95% contro il +17,37% del Dax, il +13,42% del Cac40, il +22,82% dell’Ibex35, il +8,46% del Dow Jones Industrial, il +18,97% dell’S&P500 e il + 35,92% del Nasdaq, l’unico tra i big a fare meglio trainato dall’esplosione dell’intelligenza artificiale generativa. Tra gli indici globali primari il FTSE Mib si classifica al nono posto in euro e al decimo in dollari, preceduto tuttavia da Borse di minore rilievo come quella dell’Afghanistan.
Nel 2024 sarà difficile ripetersi
I 30.000 punti ci stanno tutti e il FTSE Mib non mancherà di centrarli e superarli, magari anche abbondantemente. Le condizioni ci sono, anche per una stagionalità favorevole nella prima parte dell’anno, come vedremo. Tuttavia ripetere l’exploit del 2023 è molto meno probabile. Le condizioni di scenario sono cambiate. L’economia è in stagnazione e l’attraversamento di una fase recessiva tenue è prevista dalla maggior parte degli analisti. I tassi di interesse dovrebbero essere tagliati dalla Banca centrale europea, ma sono tagli che il mercato aspetta da tempo e quindi già scontati almeno in parte. Piuttosto la BCE manterrà fino a quando possibile una postura rigida sui tassi, continuando a ripetere il mantra di tassi alti più a lungo per riportare l’inflazione all’obiettivo del 2%.
Nel 2024 le imprese si troveranno ad affrontare la tematica salariale. Le pressioni su questo fronte si sono intensificate. Allo stesso tempo il rallentamento economico porterà una riduzione dei consumi mentre i tassi di finanziamento rimangono elevati. Un contesto che sii leggerà nei numeri che verranno pubblicati nel corso dell’anno. Non è uno scenario per forza negativo, ma sicuramente meno brillante di quello che del 2023.
A favorire la prosecuzione del rialzo del FTSE Mib oltre i 30.000 punti gioca, come si diceva poc’anzi, la stagionalità. Nel prossimo mese è mezzo risulta positiva, secondo le analisi dello strumento Forecaster, sia se analizzata su un orizzonte temporale di 5 che di 7 anni, nonché su quello più lungo dei 20 anni. Si tratta inoltre di una stagionalità forte visto che, se si fossero aperte posizioni long dal primo dicembre al 15 gennaio, negli ultimi 15 anni si sarebbe ottenuta una performance media del 3,2% nell’80% dei casi. Sull’orizzonte dei 7 anni la performance incassata sarebbe stata del 5,3% con una probabilità dell’85,7%, a 20 anni del 5,6% con una probabilità del 70%.
L’analisi tecnica e le strategie operative sul FTSE Mib
Il FTSE Mib è a un passo dalla soglia dei 30.000 punti. Che faccia questo passo ci sono pochi dubbi e potrebbe avvenire oggi stesso. Più complesso prevedere ciò che accadrà in seguito, ossia se ci sarà un toccate e fuga a una nuova gamba di rialzo. Le prospettive, illustrate poco sopra, appaiono favorevoli alla seconda opzione.
Nel corso del mese di novembre, dai minimi del 26 ottobre, il FTSE Mib ha guadagnato quasi il 9% superando i massimi dell’anno segnati il primo di agosto. In quell’occasione il FTSE Mib aveva provato ad avvicinare la soglia dei 30.000 punti mancando però l’aggancio.
È possibile quindi che l’indice rimanga per qualche seduta a oscillare nei pressi della soglia magari superandola senza però riuscire a distaccarsene. Anche un eventuale fallimento non muterebbe lo scenario a meno di discese sotto dei 29.100/150 punti.
Al rialzo, la prima proiezione di un successo a 30.000 sarebbe invece in area 30.650/700 punti ma sarebbe solo un primo assaggio di ciò che l’indice delle blue chip di Piazza Affari potrebbe, in potenza, realizzare.
L’andamento dell’indice FTSE Mib – Fonte: IG
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