(QuiFinanza.it) Quando un lavoratore dipendente riceve un Fringe benefit deve pagare delle tasse? Come devono essere gestiti, dal punto di vista fiscale, queste voci da parte dei lavoratori? Iniziamo dalle basi e cerchiamo di capire, prima di tutto cosa siano i Fringe Benefit: è un termine inglese, che può essere tradotto in italiano con benefici accessori. Sostanzialmente sono tutta una serie di benefici erogati in natura, che le aziende concedono ai propri dipendenti. Nella maggior parte dei casi costituiscono delle vere e proprie politiche di welfare aziendale.
Fringe benefit: cosa sono
In questi benefici accessori rientrano una serie di beni e servizi, che l’azienda può erogare – a propria scelta – a tutti i dipendenti o solo a specifiche categorie di questi.
I Fringe benefit costituiscono una vera e propria integrazione al reddito dei lavoratori: in un certo senso sono dei bonus erogati attraverso un determinato bene o un particolare servizio, e non sono necessariamente dei corrispettivi in denaro. Questo è uno dei motivi per i quali vengono considerati dei veri e propri compensi in natura.
Nell’elenco dei Fringe benefit più diffusi, ci sono:
- auto aziendale;
- telefono cellulare, computer e tablet aziendali;
- corsi di aggiornamento professionale;
- prestiti agevolati;
- servizio di mensa aziendale;
- buoni pasto e buoni regalo;
- rimborsi per spese sostenute dal dipendente;
- polizze di previdenza complementare;
- case in locazione;
- sconti e convenzioni con negozi, palestre, centri benessere, ecc.;
- borse di studio per incentivare l’accesso all’istruzione dei figli dei dipendenti;
- stock options.
Il trattamento fiscale dei Fringe benefit
A stabilire direttamente come debbano essere trattati fiscalmente i cosiddetti Fringe benefit è l’articolo 52 del DPR n. 917/86. Questa norma è particolarmente importante, perché stabilisce che i cosiddetti beni accessori possono essere costituiti sia dai beni ceduti al dipendente che dai servizi prestati dal datore di lavoro. Ma non solo: nei beni accessori rientrano anche quelli erogati da soggetti terzi, per nome e per conto del datore di lavoro.
Spieghiamoci meglio: un’auto aziendale è un bene materiale consegnato direttamente al cliente ed ha un suo valore determinato dall’importo con la quale la vettura è
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