La musica ha sempre invocato la pace e non solo per la guerra in Vietnam anche nel conflitto Russia- Ucraina. Lo fanno anche il gruppo italiano più celebre e internazionale dell’ultimo ventennio ovvero i Maneskin
“Free Ukrain, fuck Putin”: urla dal palco con Damiano, il cantante dei Maneskin, che con il suo gruppo ha concluso l’esibizione della band romana al Coachella Festival, la rassegna che si svolge a Indio, nella Contea di Riverside, in California. La manifestazione è ripartita dopo due anni di assenza a causa della pandemia.
Damiano, Victoria, Thomas e Ethan hanno infiammato il pubblico con oltre 45 minuti di esibizione è si sono esibiti con abiti a particolarissimi in grado di mescolare due stili in totale antitesi: ovvero sadomaso e il vittoriano.
La rock band si è esibita esordendo con il brano ‘Zitti e buoni, il brano con cui nel 2021 ha vinto due celebri competizioni musicali ovvero Sanremo e poi l’Eurovision.
Secondo brano della serata ‘In nome del padre’ e poi hanno continuato esibendosi nei loro cavalli di battaglia. In ordine si sono esibiti con: ‘Mamma mia’, ‘Beggin”, ‘I wanna be your dog’, ‘I wanna be your slave’ .
Ultimo brano non poteva non essere in questa Pasqua animata da conflitti bellici e di esordi alla pace: ‘Gasoline’, brano scritto a supporto dell’Ucraina. Duro, sublime, in grado di esortare alla resistenza e a quella voglia di “auto adempiersi” di una nazione ma soprattutto di un popolo che nel 2022 sembra non poter scegliere, non poter credere, non poter sperare in una vera democrazia. Come una colomba che vorrebbe viver libera e finisce invece volando sotto gli artigli di un predatore che “non ha fame” ma che “vuole marcare solo i suoi confini”. Un volo di l’ace interrotto mentre il resto del mondo sta a guardare e a giocare una guerra di poche azioni e molte parole.