Fondo sovrano norvegese perde 34 miliardi di $ nel trimestre, ecco perché

Di Redazione FinanzaNews24 3 minuti di lettura

(BorsaeFinanza.it)

Il fondo sovrano norvegese perde colpi. Nel trimestre ha registrato una perdita del 2,1% a 374 miliardi di corone norvegesi, pari a 34 miliardi di dollari, anche se nel complesso il rendimento è stato di poco superiore a quello del benchmark con cui si misura. Il risultato in assoluto è negativo e solleva alcune preoccupazioni viste le condizioni generali dell’economia e dei mercati finanziari. L’ultimo passivo trimestrale risaliva a un anno fa. A determinare la performance sono stati soprattutto i titoli tecnologici, che viceversa avevano contribuito a un rendimento del 10% del Norges Bank Investment Management fund nel primo semestre del 2023. Il calo delle quotazioni di azioni come Apple e Microsoft nel terzo trimestre è risultato decisivo. “I titoli energetici hanno performato meglio, mentre la tecnologia, gli industriali e i beni di consumo discrezionali hanno trascinato al ribasso il rendimento” ha affermato Trond Grande, vice amministratore delegato del fondo sovrano norvegese.

Il fondo più grande del mondo ha risentito molto dei tassi d’interesse, che le Banche centrali hanno alzato per combattere un’inflazione particolarmente aggressiva. “Venivamo da un lungo periodo di tassi ultra-bassi e abbondante liquidità. Quando i tassi iniziano a salire sono necessari alcuni aggiustamenti a modelli di business tarati su tassi più bassi” ha aggiunto Grande.

Fondo sovrano norvegese: ecco la situazione attuale

Il Norges Bank è stato creato nel 1990 con lo scopo di investire i proventi governativi da petrolio e gas naturale della Norvegia. Oggi il veicolo statale ha raggiunto una dimensione di 1.400 miliardi di dollari e possiede circa l’1,5% delle azioni globali. In oltre 30 anni ha investito in più di 9.200 società di 70 paesi a livello mondiale. “Abbiamo avuto quindici o venti anni di globalizzazione e una maggiore cooperazione tra le nazioni, oltre a catene di approvvigionamento più lunghe” ha detto Grande. “Ora le cose stanno cambiando: si parla molto di derisking, di near-shoring e home-shoring. Questo avrà conseguenze per le aziende e la loro redditività”.

Alla fine del trimestre di settembre, il fondo aveva il portafoglio d’investimento così distribuito:

  • 70,6% azioni;
  • 27,1% obbligazioni;
  • 2,2% immobili non quotati;
  • 0,1% energie rinnovabili.

Il fondo ha perso il 2,1% sulle azioni, che hanno visto diminuire il loro valore di mercato


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