Fondi PNRR: Il Belpaese avrà 484 miliardi di euro dal 2021 al 2029 occorre però saperli gestire

Di Antonia De La Vega 4 minuti di lettura

I soldi del  PNRR e i fondi della politica di coesione faranno arrivare, da fine 2021 al 2029, in Italia ben 484 miliardi di euro ovvero in media 54 mld l’anno. Soldi che però dovranno essere ben utilizzati e rendicontati

A doverli gestire quindi la Pubblica Amministrazione Italiana con i suoi dipendenti pubblici che  sono fermi a 3,2 milioni (a fronte di oltre 3 milioni di pensionati), il 14,5% del totale degli occupati, lontani dai 5,7 mln della Francia, i 5,3 mln del Regno Unito e i 5 mln della Germania. Il profilo del dipendente pubblico italiano è il seguente:  un’età media di quasi 50 anni, coinvolti in pochi corsi di formazione,  per lo più laureati (il 42,6%), con competenze giuridiche, adatte a gestire procedimenti più che progetti. Una descrizione forse non allineata con le reali necessità di questo periodo storico.

Ad analizzare lo stato attuale della Pubblica Amministrazione è una  ricerca su Lavoro pubblico 2022 realizzata da Fpa, società del Gruppo Digital360, presentata oggi in apertura di Forum Pa 2022 “il Paese che riparte”, in programma dal 14 al 17 giugno al centro congressi Auditorium della Tecnica a Roma. Durante l’evento si saranno momenti di confronto sulla ripresa, l’attuazione degli investimenti e delle riforme del Pnrr e della programmazione europea tra i protagonisti delle istituzioni, del settore pubblico e privato.

Gianni Dominici, Direttore generale di Fpa afferma: “Di fronte alla sfida che ha di fronte, di gestire una mole di risorse senza precedenti, serve costruire con urgenza una Pa capace di lavorare per progetti, che passi dalla cultura dell’adempimento a quella del risultato.  La Pa deve diventare più attrattiva per i giovani competenti, rafforzare identità, motivazione e appartenenza dei suoi dipendenti e condividere un progetto comune con le nuove generazioni. Si deve costruire un’organizzazione agile basata su obiettivi e risultati, premiare il merito, riconoscere le elevate professionalità e sostenere la formazione”.

Carlo Mochi Sismondi, presidente di Fpa replica:  “La domanda di lavoro sta rapidamente cambiando si appanna l’attrattività del posto fisso e cresce il bisogno di un lavoro motivante, in cui si possa continuamente crescere. La PA, per essere all’altezza dei compiti che ha davanti, deve velocemente cambiare il suo modo di essere datore di lavoro: vanno migliorate le procedure di selezione, spesso ancora nozionistiche; va potenziata l’accoglienza dei neoassunti, anche utilizzando l’esperienza presente nelle organizzazioni; va previsto un percorso di carriera basto sul merito e una formazione continua. Le persone sono il principale asset delle amministrazioni, è ora che agiscano in conseguenza e mettano in evidenza il grande valore del lavorare per il bene comune”.

Andrea Rangone, Presidente di Digital360 afferma: “L’importante mole di risorse finanziarie del Pnrr e degli altri fondi europei in arrivo rappresenta un’opportunità irripetibile per accelerare il processo di trasformazione digitale del nostro Paese in un’ottica di maggiore sostenibilità. Alla Pa, in partnership con le imprese private, spetta il ruolo di guidare un percorso che può finalmente permettere all’Italia di recuperare il ritardo digitale e costruire un futuro più competitivo. Ma è fondamentale costruire un’adeguata macchina amministrativa, dotata di competenze digitali e capacità d’innovazione. Per vincere la sfida della ripartenza, nella PA come nelle imprese, saranno le persone a fare la differenza”.

Condividi questo articolo
Exit mobile version