(BorsaeFinanza.it) Nell’ultimo anno negli Stati Uniti è avvenuto un qualcosa che ha rivoluzionato l’impiego del denaro da parte dei risparmiatori, destabilizzando il sistema bancario: lo spostamento della liquidità dai depositi bancari ai fondi monetari. Questo è stato alla base del fallimento di alcune banche statunitensi e delle enormi difficoltà finanziarie in cui versano altri istituti di credito che si trovano sull’orlo della bancarotta. Le autorità regolamentari sono intervenute per cercare di arrestare il deflusso dei depositi, ma secondo gli esperti il travaso di liquidità non si arresterà presto verso i fondi monetari, che hanno ormai raggiunto l’importo di oltre 5.000 miliardi di dollari.
Fondi monetari: cosa sono
I fondi monetari sono organismi che investono le somme raccolte dagli investitori in strumenti finanziari assimilabili ai contanti in quanto hanno una scadenza di breve termine. Gli asset comprendono quindi i titoli di Stato USA di durata pari o inferiore a un anno, i pronti contro termine, le commercial paper e altri strumenti dalla liquidità immediata. Per lungo tempo, i fondi monetari sono stati preda soprattutto di aziende che volevano utilizzare la liquidità in eccesso ma di cui potevano avere bisogno in tempi brevi. Si tratta quindi di fondi sicuri, che hanno grande rilevanza soprattutto durante i periodi di grande turbolenza nei mercati finanziari.
Tuttavia, un rischio seppur remoto esiste sempre. Ad esempio, nel settembre 2008 vi fu il crollo del Reserve Primary Fund, il più antico fondo del mercato monetario americano, che ha stimolato la corsa verso altri fondi. Da allora però il governo USA ha attuato alcuni cambiamenti alle regole, come l’obbligo per i fondi di investire in attività ancora più liquide, i
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