Flat tax 2023: cambiano i limiti di fatturato. E si danneggiano i lavoratori dipendenti

Di Barbara Molisano 3 minuti di lettura
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Con la Manovra varata dal governo Meloni cambia dal 2023 il regime forfettario per le partite Iva. Ma cosa si modifica esattamente? In questi giorni in tanti avete scritto a QuiFinanza per capire meglio quali sono le novità per autonomi e liberi professionisti. Vediamo allora di fare chiarezza.

Qui tutto sulla Manovra 2023 da 35 mld e 174 articoli.

Cos’è il regime forfettario e chi lo può avere

Il regime forfettario è stato introdotto dalla Legge di stabilità del 2015 e rappresenta un regime sostitutivo dell’Irpef, delle relative addizionali e dell’IRAP (quest’ultima comunque dal 2022 non è dovuta per tutti i contribuenti che possono accedere al regime forfettario). Prevede importanti semplificazioni ai fini dell’IVA e a fini contabili e consente, per gli esercenti attività di impresa, di accedere a un regime contributivo opzionale.

L’aliquota dell’imposta sostitutiva è fissata al 15% e si applica a un reddito determinato forfettariamente moltiplicando il fatturato per coefficienti di redditività differenziati sulla base del codice ATECO dell’attività esercitata. Per i primi 5 anni di attività, in presenza di specifici requisiti, l’aliquota è ridotta al 5%.

I contribuenti che aderiscono al regime forfettario non addebitano l’IVA sulle fatture emesse e di conseguenza non possono detrarla sulle fatture pagate. Se esercitano attività di impresa, possono richiedere la riduzione del 35% dei contributi dovuti alla gestione INPS di competenza, con abbattimento proporzionale dei periodi accreditati ai fini pensionistici.

Qui abbiamo riassunto tutti i vantaggi e gli svantaggi del regime forfettario.

I requisiti per accedere al regime forfettario

I limiti da rispettare sono prevalentemente due: limiti di fatturato e di spese accessorie.

I limiti di fatturato da non superare per accedere al regime forfettario sono stati oggetto di numerose modifiche nel corso degli anni. Originariamente questi limiti erano differenziati, compresi tra 15mila e 40mila euro a seconda del codice ATECO dell’attività esercitata come anche i relativi coefficienti di redditività. Con la legge di bilancio per il 2019 è stato introdotto il limite unico di fatturato a 65mila euro per tutte le attività, mantenendo differenziati solo i coefficienti di redditività.

L’altro limite da rispettare per l’accesso al regime riguarda le spese per lavoro accessorio, lavoro dipendente e collaborazioni che, secondo la modifica introdotta con la legge di bilancio per il 2020, complessivamente non possono superare i 20mila euro annui.

Entrambi i limiti devono essere rispettati

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