Quando si giunge al termine del percorso lavorativo a causa di un licenziamento con giusta causa, emergono interrogativi riguardanti il futuro pensionistico e le procedure da seguire per accedere alla pensione anticipata. La fine della NASpI, il sussidio di disoccupazione erogato dall’INPS, segna un momento cruciale in questo processo. Vediamo quali passi intraprendere per navigare questa transizione critica.
Il primo passo verso la pensione anticipata
Il momento immediatamente successivo alla conclusione della NASpI è fondamentale. Secondo la circolare INPS 99/2017, è necessario attendere la fine dell’assistenza per disoccupazione prima di poter procedere con qualsiasi richiesta legata alla pensione anticipata. Questo primo passaggio prevede la certificazione del diritto alla pensione anticipata, che si può richiedere solo dopo aver beneficiato per intero del periodo di NASpI.
La strada verso la domanda di pensione
Una volta esaurito il sussidio di disoccupazione, occorre pazientare tre mesi prima di iniziare il procedimento per la pensione anticipata. Questo intervallo di attesa è strategico, poiché coincide con il periodo necessario per la decorrenza del trattamento pensionistico. Ad esempio, considerando l’anno corrente, la preparazione della documentazione necessaria può iniziare a gennaio 2025, con scadenza per la presentazione della domanda fissata al primo marzo dello stesso anno, permettendo così l’effettiva richiesta a partire da aprile.
Requisiti per la pensione dei lavoratori precoci
L’accesso alla pensione anticipata per i lavoratori precoci è disciplinato da criteri ben definiti dalla Legge 232/2016. Tra i requisiti essenziali vi sono almeno 41 anni di contributi versati, di cui almeno un anno entro i 19 anni di età. Inoltre, è necessario rientrare in una delle quattro categorie previste dalla legge: disoccupati involontari, caregiver, disabili con una percentuale di invalidità almeno del 74%, o lavoratori addetti a mansioni particolarmente gravose o usuranti.