Finanziamenti alle donne per l’imprenditoria: poche domande e tanta incertezza

Di Antonia De La Vega 4 minuti di lettura
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Disuguaglianza territoriale e scarsa conoscenza nel sud del PNRR e degli strumenti di finanziamento delle donne per l’imprenditorialità: è quanto emerge dall’indagine della Camera dei Conti sulla commissione “Creazione di imprese al femminile”. Le filiali sono state chiuse per esaurimento delle risorse, ma la Corte dei Conti ha stabilito un’eterogeneità territoriale negli incarichi che non sarebbe coerente con quanto stabilito nel PNRR, in base al quale il 40% deve essere destinato ai progetti che saranno realizzati fuori al Sud (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia)

Risorse generali fornite dal PNRR per favorire la partecipazione delle donne al mondo della manifattura e sostenere le imprese femminili nuove o esistenti, in tutte le regioni italiane

La Corte dei Conti ha analizzato due delibere del 30 settembre e del 24 novembre 2021. Il loro valore complessivo è di 193,8 milioni di euro, di cui 33,8 milioni da fondi nazionali e 160 milioni da PNRR, e così distribuiti:

  • 47 milioni per l’apertura di nuove iniziative, di cui 8,2 milioni per lo stanziamento del 178/2020 e altri 38,8 milioni per l’allocazione delle risorse per il PNRR;
  • 146 milioni 800mila euro per attività di sviluppo e consolidamento del business, di cui 25 milioni 600mila euro per la nomina della Legge 178/2020 e 121 milioni 200mila euro per l’allocazione delle risorse PNRR.
  • Le concessioni sono concesse sulla base di una procedura valutativa con procedura OTC, con l’obiettivo di finanziare 2.400 imprese italiane entro il 2026, di cui 700 entro il secondo trimestre 2023.

Pochissime risorse al sud

Vista la discrepanza tra obiettivi e risultati, la Corte dei Conti continua a incaricare il Ministero dello Sviluppo Economico di vigilare sull’operato di Invitalia secondo i principi trasversali previsti dal PNRR (a beneficio dei giovani, delle donne e del Sud), il definizione quanto prima delle attività di comunicazione e formazione.

Particolare attenzione deve essere riservata alla “qualità” della spesa affinché le misure adottate contribuiscano efficacemente al rilancio delle donne imprenditrici, controllando così l’effettiva partecipazione delle beneficiarie delle misure alle attività propedeutiche alla nascita e al rafforzamento delle imprese femminili.  Le attività di comunicazione dovrebbero servire a informare i potenziali beneficiari sul funzionamento dei programmi finanziati, sulle opportunità di carriera, sulle modalità di accesso alle sovvenzioni, sulla fornitura di servizi di orientamento e supporto per la presentazione delle domande e sull’attivazione dei progetti di formazione necessari per l’avvio e fare affari.

Il MiSE ha detto che il gestore ha implementato diverse attività di sensibilizzazione e formazione, assistenza e supporto alle domande, ma è ancora in attesa di un piano organico di Invitalia e di un altro progetto coordinato dal Ministero per le Pari Opportunità.

La Corte dei Conti invita il Ministero a verificare che tutti i documenti relativi all’intervento previsti dal Piano Invitalia siano pubblicati, le raccomandazioni siano concordate con il Dipartimento per le Pari Opportunità. E aggiunge un’indicazione dell’elaborazione di attività di comunicazione che aiutano a colmare l’eterogeneità territoriale rilevata.

In conclusione, oltre alle conclusioni di cui sopra, la Corte dei Conti stabilisce che l’obiettivo di finanziare 700 imprese femminili è previsto entro giugno 2023, ad oggi sono allo studio più di 1.200 domande sia per le imprese nuove che per quelle esistenti, e non vi sono criticità o problemi che potrebbero compromettere l’effettivo raggiungimento dell’obiettivo.

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