(BorsaeFinanza.it)
Il crac di SVB ha messo in subbuglio il mondo finanziario statunitense, costringendo il Tesoro, la Fed e la Federal Deposit Insurance Corp a intervenire nel fine settimana per assicurare liquidità al sistema e garantire ai depositanti di poter accedere ai propri conti a partire da oggi. La Silicon Valley Bank ha dichiarato fallimento, dopo un deflusso travolgente dei depositi a seguito della serie di rialzi dei tassi d’interesse da parte della Federal Reserve a partire da marzo dello scorso anno.
Il problema è che l’istituto finanziario aveva investito in obbligazioni a lunga scadenza durante il periodo in cui il costo del denaro era quasi a zero, in modo da avere ritorni più soddisfacenti. Quando però la Fed ha iniziato a stringere sulla politica monetaria, il valore di portafoglio dei bond ha cominciato a scendere e il disallineamento temporale tra attività e passività è stato deleterio allorché sono aumentate le richieste di prelievo dei depositanti. La banca delle startup tecnologiche si è trovata costretta a liquidare circa 21 miliardi di dollari titoli in portafoglio, subendo perdite per 1,8 miliardi di dollari. Questo ha rappresentato l’anticamera per il default poi annunciato.
Fed: ecco cosa farà il 21 e 22 marzo per Goldman Sachs
Il soccorso delle autorità regolamentari statunitensi porta a una riflessione su quelle che potrebbero essere ora le intenzioni della Federal Reserve in tema di tassi d’interesse. Il 21 e il 22 marzo la Banca centrale americana si riunirà per le decisioni e, se fino a pochi giorni fa, era scontata una stretta di 25 punti base, se non addirittura di 50 punti, ora invece viene messo in discussione un rialzo anche minimo. Qualunque sia la scelta del FOMC, il quadro generale è mutato e i toni probabilmente dovranno essere ammorbiditi per evitare ulteriori ripercussioni sui mercati, che stanno reagendo male al trambusto creatosi con la vicenda SVB. Tutto ciò nonostante l’inflazione continui a mostrarsi vischiosa e il mercato del lavoro statunitense risulti in grande spolvero.
A essere convinti che l’istituto guidato da Jerome Powell non tocchi il costo del denaro sono gli analisti di Goldman Sachs, che citano “l’incertez
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