Le tensioni geopolitiche hanno frenato la crescita del fatturato aziendale, che si è conclusa con un notevole rimbalzo nel 2022, con il rischio di un impatto ancora maggiore nel prossimo biennio. Emergono due scenari opposti, diversi per numero, ma che suggeriscono dinamiche positive in entrambi i casi. Le due maggiori influenze rimangono ovviamente l’energia costosa e l’inflazione, e a livello di settore, in tutti i casi, i trasporti sono finalmente sulla via della ripresa, mentre elettricità, informazione, comunicazioni e agricoltura continuano a soffrire.
Sono questi i principali risultati del periodico Previsione di Settore di Cerved, che propone analisi e stime per il biennio 2023-2024. Vediamo tutti i dettagli.
Fatturato d’impresa: scenari a confronto
Anche in uno scenario di significativa stagnazione dei conti economici previsti, secondo lo studio, la fatturazione media nel 2024 sarà superiore a quella del 2021, quando è avvenuta la ripresa post-coronavirus.
Il divario tra i due scenari considerati è relativamente ampio: nel caso base il fatturato aziendale cresce dello 0,5% nel 2023 e dell’1,2% nel 2024, e nel caso peggiore si registra un calo dell’1,1% nel 2023 e dello 0,3% nel 2024.
In ogni caso, lo scenario di base ipotizza un aumento del fatturato aziendale nel 2024 rispetto al 2021. La variabile fondamentale è l’inflazione: nello scenario più ottimistico al 2024, l’aumento nominale del fatturato sarà del 24,1% rispetto alla crescita reale del fatturazione solo il 4,8% rispetto al 2021. “La notevole volatilità delle prospettive”, spiega Andrea Mignanelli, amministratore delegato di Cerved, “si associa a molta incertezza sul possibile impatto dell’inflazione e dell’aumento dei prezzi dell’energia.
Lo scenario di riferimento è caratterizzato da sviluppi positivi verso la risoluzione del conflitto russo-ucraino, la stabilizzazione dei prezzi delle materie prime e dell’energia e l’efficace gestione dei fondi pubblici PNRR, lo scenario pessimistico (peggiore) vede invece un’escalation del conflitto, continua inflazione e difficoltà nell’attuazione dei piani PNRR Nel peggiore dei casi, l’inflazione comporterà una riduzione più marcata del reddito e della spesa delle famiglie, che si ripercuoterà negativamente su turismo, ristorazione e altri servizi di consumo. Parimenti, i sostenuti aumenti dei prezzi dell’energia e delle materie prime costringeranno le imprese a continuare a contenere la spesa per servizi. Finora questa ricetta ha funzionato per sbarcare il lunario e ridurre i rischi, ma è importante che il sistema produttivo sia dotato degli strumenti e delle tecnologie giuste per rispondere efficacemente agli shock”.
Previsioni di settore
Nel 2023 sarà il settore dei veicoli a crescere maggiormente (+4% nel 2022 nel caso base, +0,6% nel caso peggiore), soprattutto nei settori ferroviario, tranviario e cantieristico. Si tratta di una forte ripresa dalle perdite dovute a rallentamenti della catena di approvvigionamento e carenze di chip. Al contrario, i servizi non finanziari e le costruzioni mostrano la maggiore sensibilità all’evoluzione dello scenario: +2,9% previsto nello scenario di base e -0,6% nello scenario peggiore per i primi. Il settore elettromeccanico è il settore con la peggiore performance (-1,9% nel caso base, -3,7% nel caso peggiore), con difficoltà legate principalmente al calo della domanda esterna (Germania e Stati Uniti), ma non ha resistito a ciò si aggiungono l’informazione e comunicazione (-0,4% e -2,9%), in rallentamento a causa del rallentamento degli investimenti nel marketing pubblicitario e delle tensioni geopolitiche e commerciali nel settore delle telecomunicazioni.
Nel 2024 i settori che cresceranno maggiormente rispetto al 2021 nel caso base sono i servizi non finanziari (+16,6%), il sistema moda (+13,3%) e logistica e trasporti (+11,1%). nello scenario pessimistico (+10,6%, +9,6% e +8,5% rispettivamente). I fattori determinanti sono la ripresa tardiva dalla crisi Covid e, per la logistica e i trasporti, la ripresa del commercio internazionale e del commercio online. Forte crescita delle costruzioni (+5,9% nel 2024 vs. 2021 nel caso base, +1,3% nel caso peggiore) legata all’impatto delle grandi opere pubbliche da finanziare con il PNRR. I peggiori, invece, sono gli allevamenti (-2,7% per il 2021 nello scenario base, -4,6% nello scenario peggiore), che risentono dell’aumento del costo delle sementi, del combustibile e dei fertilizzanti.