Falsi miti: l’olio del tonno in scatola non fa male

Di Valentina Ambrosetti 3 minuti di lettura
Wall Street

L’olio di tonno in scatola può essere tranquillamente consumato.

Secondo gli esperti è una fonte di vitamina D e omega-3 e andrebbe riutilizzata.

Buttarlo via sarebbe vano. Si tratta infatti di un alimento sicuro che può essere utilizzato come condimento o ingrediente di deliziose ricette.

Gli amanti della lavorazione saranno felici di sapere che nulla del tonno in scatola viene buttato via, soprattutto l’olio, che risulta essere ricco di sostanze nutritive.

Olio del tonno in scatola: uno studio

La conferma arriva da uno studio realizzato dalla Stazione Sperimentale dell’Industria Alimentare (SSICA) di Parma per conto dell’ANCIT (Associazione Nazionale Conserve di Pesce e Tonnari).

I ricercatori hanno analizzato l’olio d’oliva presente in campioni di tonno in scatola da 80 g mantenendoli a 3 diverse temperature (4°, 20° e 37°).

I cambiamenti sono stati osservati per 13 mesi ei risultati non hanno mostrato alcun cambiamento.

Al contrario, nell’olio, quando viene a contatto con il tonno, si ha un aumento del contenuto di grassi polinsaturi, in particolare Omega-3 e vitamina D.

La scatola in acciaio è garanzia di sicurezza e protezione.

Tuttavia, se si sceglie un prodotto sott’olio, si raccomanda di prestare attenzione alla tipologia utilizzata, evitando semi o miscele e preferendo l’olio extravergine di oliva.

Tra le specie più utilizzate vi sono il tonno pinna gialla (Thunnus albacares) dalla carne rosa e moderatamente consistente e il tonnetto striato (Katsuwonus pelamis) dalla carne magra e saporita. Il primo, di qualità inferiore, è il più utilizzato nell’industria conserviera del pesce. Il pesce utilizzato è per lo più congelato e proviene dai porti del Pacifico e dell’Africa (gli artigiani che lavorano il pesce fresco sono sempre più scarsi).

La prima fase della lavorazione è lo scongelamento (all’aria o all’acqua), seguito dal taglio e dal salasso. Poi si passa a una delle fasi più delicate: la bollitura in acqua o vapore, da cui dipendono la qualità e il risultato finale del prodotto, si passa poi al raffreddamento, alla pulitura e alla conservazione (a macchina o manualmente). La fase finale ed estremamente importante è la sterilizzazione (la temperatura varia da 110 a 120°C a seconda del contenitore).

Il tonno viene venduto in lattina o in vasetto di vetro: a queste due tipologie di contenitori corrispondono solitamente diversi tagli, rispettivamente tranci e filetti. Quest’ultimo deve essere integro e non danneggiato, mentre il primo deve essere compatto, aperto e privo di scorie.

 

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