(BorsaeFinanza.it)
Le azioni Evergrande sono balzate del 28,13% a 0,41 HKD alla Borsa di Hong Kong oggi alla ripresa delle contrattazioni, dopo la sospensione della scorsa settimana. Durante la seduta sono salite fino a oltre il 60% in un contesto di scambi molto volatili. Le negoziazioni del titolo erano state interrotte giovedì 28 settembre dopo che il presidente e fondatore dello sviluppatore immobiliare cinese, Hui Ka Yan, era stato messo sotto sorveglianza dalla polizia.
Evergrande in seguito ha riferito che Hui è sotto inchiesta. Le accuse nei suoi confronti sono di aver trasferito beni offshore proprio mentre la società stava soccombendo sotto una montagna di debiti di oltre 370 miliardi di dollari e mentre cercava affannosamente di portare a termine i progetti di sviluppo edilizio rimasti bloccati a causa delle sue difficoltà economiche.
Evergrande: un calvario senza fine
L’odissea di Evergrande sembra infinita. L’ex più grande sviluppatore immobiliare cinese è stato travolto da una crisi del debito nel 2020, contestualmente a una feroce repressione avviata da parte delle autorità governative di Pechino nei confronti dei grandi conglomerati cinesi. Alla fine del 2021 il punto di svolta, con alcune obbligazioni offshore andate in default e la paura che il contagio potesse estendersi al di là del settore immobiliare coinvolgendo anche il sistema finanziario.
Per il titolo il Borsa è stata una via crucis. Da un massimo di 27,86 dollari di luglio 2020 è precipitato fino a un minimo di 1,16 dollari di marzo 2022, prima di venire sospeso dalle autorità di regolamentazione. Gli scambi sono stati riavviati ad agosto di quest’anno ma il calvario è proseguito, con le azioni che sono sprofondate del 78,79% nel primo giorno di negoziazione.
Intanto la società ha chiesto protezione al Chapter 15 della legge fallimentare statunitense, che permette di evitare la messa in liquidazione dei beni di un’azienda estera per i debiti contratti nei confronti dei creditori USA, a patto di avviare una ristrutturazione aziendale. La scorsa settimana però la situazione è peggiorata, allorché Evergrande ha dichiarato di non essere stata in grado di emettere nuovo debito, sollevando dubbi sul piano di ristrutturazione.
Nel contempo, un gruppo di creditori offshore pianifica di chiedere la liquidazione dell’azienda in Tribunale se entro il 30 ottobre quest’ultima non presenterà un nuovo progetto di rinnovamento del debito. Il tempo stringe e alcuni analisti
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