Un periodo difficile per l’Europa e per il mondo con un’impennata dei prezzi del gas, inflazione a due cifre e stipendi con un potere d’acquisto davvero basso. Gli esperti guardano al futuro comparando i dati degli ultimi 5 anni ed affermando che la recessione è altamente probabile e che i consumi si innalzeranno solo nei prossimi 5 anni
Parola all’esperto Wells
Simon Wells, Chief European Economist di Hsbc Bank si sofferma sull’entità della compressione dei redditi e sulla limitata propensione al risparmio.
L’esperto interpretando i dati afferma che quindi che la recessione è altamente probabilmente, forse anche inevitabile, e che potremmo essere i protagonisti del quarto crollo dell’Eurozona dopo 15 anni di espansione senza sosta fino al 2008.
Il ristagno del PIL
Il PIL dell’Eurozona subisce una grande ristagno e delle contrazioni negli ultimi due trimestri, si auspica ad una crescita moderata nella seconda metà dell’anno prossimo: questa ipotesi implica una crescita su anno pari a zero nel 2023, quindi in calo rispetto all’1,5% stimato in precedenza.
Il PIL sarà quindi al di sotto del consenso di luglio dell’1,4% e della previsione della BCE di una crescita del 2,1%, ma non così negativa come la contrazione dell’1% come previsto dalla Banca d’Inghilterra.
L’esperto Wells nonostante analizza che la recessione sia inevitabile è invece convinto che la recessione dovrebbe essere piuttosto contenuta grazie alle misure fiscali previste e a un mercato del lavoro che sembra destinato a tenersi in equilibrio.
I rischi potrebbero però provenire con il razionamento dell’energia che è ancora possibile.
Quando si riprenderanno i consumi?
Wells dice: “Non sorprende che la recessione sia guidata dai consumi. La compressione dei redditi fa sì che i consumi dovrebbero terminare il prossimo anno con un calo del 2,4% rispetto al livello del 2019. L’impatto combinato della pandemia e della crisi energetica probabilmente innescherà almeno un mezzo decennio di consumi persi nell’eurozona. Anche se questo presuppone che la crescita dei consumi si riprenda nella seconda metà del 2023 nonostante la disoccupazione in lieve aumento, grazie all’accelerazione della crescita dei salari in risposta all’aumento dell’inflazione e al recupero della fiducia dei consumatori”.