Eur/Usd: le prospettive dopo Fed e BCE

Di Redazione FinanzaNews24 2 minuti di lettura

(BorsaeFinanza.it) A guardare un grafico dell’Eur/Usd si potrebbe commentare “tanto rumore per nulla”. Le riunioni di Federal Reserve e Banca centrale europea non hanno modificato il trend laterale che caratterizza il cambio da un paio di settimane a questa parte. In realtà gli investitori si erano posizionati prima, puntando sul decoupling tra le due Banche centrali. Ovvero sul proseguimento dei rialzi dei tassi d’interesse in eurozona anche in assenza di nuovi ritocchi negli Stati Uniti.

La promessa di Christine Lagarde

La presidente della BCE Christine Lagarde ha detto, nel corso della conferenza stampa seguita alla riunione, che “i rischi di inflazione rimangono significativi” e che “abbiamo ancora strada da fare. Qualunque siano le decisioni che la BCE prenderà nelle prossime settimane, rimaniamo legati al nostro obiettivo”, ossia riportare l’inflazione in eurozona al 2%.
Nelle parole della Lagarde si legge almeno un altro rialzo dei tassi di interesse di 25 punti base, a giugno, e magari anche uno in luglio. I tassi di interesse sui depositi in eurozona raggiungerebbero così il 3,75%, accorciando la distanza con i Fed funds ora al 5%-5,25%.

La BCE può ballare da sola?

Il rialzo dei tassi di interesse di giugno e quello eventuale di luglio, non troveranno corrispondenza in altrettante manovre della Federal Reserve. Il presidente Jerome Powell ha segnalato una possibile pausa dei rialzi che il mercato ha letto in larga misura come una fine della manovra.

Oltre al fatto di trovarsi


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