Esportazioni di frutta e verdura: l’Italia al nono posto penalizzata dai costi dei trasporti

Di Antonia De La Vega 3 minuti di lettura

Ortofrutta: Un settore che per il Belpaese vale 15 miliardi ma che ha potenzialità ben più alte

La logistica sembrerebbe essere la responsabile di una crescita non esponenziale del settore ortofrutticolo italiano. A dirlo il Rapporto che Nomisma ha elaborato per Cia-Agricoltori Italiani  che fotografa un settore che vale per l’Italia 15 miliardi di euro, in continua crescita,  ma penalizzato  dai costi dei trasporti. Per quanto riguarda l’export di questo settore siamo al penultimo posto della Top10 aggiudicandoci 5 miliardi, un terzo del valore del settore, e una crescita del 32% in dieci anni.

Analizzando il settore e ciò che è collegato ad esso si evince che in Italia la frutta e la verdura viaggiano sui gommati il cui costo per km è pari a 0,43 euro. Però il Belpaese si piazza per la logistica alla 19esima posizione nella classifica mondiale,  il podio invece spetta alla Germania. In Spagna costa quasi la metà ovvero 0,28 euro.

La Cia-Agricoltori Italiani sottolinea inoltre un altro fattore che frena il settore ovvero quello che potrebbe essere definito il “time export” ovvero i tempi di burocrazia per l’esportazione che in Italia si quantifica in 19 giorni, in Spagna solo 10, in Onda solo 7 giorni e negli Usa 6 giorni.

Analizziamo questi due dati, ovvero costo della logistica e time export, paragonando Italia e Spagna. Se il trasporto dell’ortofrutta in Spagna costa la metà  (come detto in precedenza 0,28 euro a Km) e la burocrazia ha tempi più rapidi (max 10 giorni) è facile intuire perché in questo paese si è giunti ad un giro d’affari annuale per l’export tra i 14 e i 17 miliardi nel 2020 con un incremento del 100% rispetto al 2020. Ricordiamo che il nostro export vale 5 miliardi.

In Italia, negli ultimi 5 anni, la crescita è stata di 3,8% nel 2020, 2,5% nel 2019, 2,5% in media negli anni dal 2014 al 2019. Ciò influisce anche sui processi di importazione in quanto,  sempre più spesso, i costi di frutta e verdura provenienti da altri paesi sono più bassi di quelli made in Italy.

Occorre correggere queste problematiche  per rendere il mercato maggiormente concorrenziale.

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