Eredità dall’estero: regole e tassazione

Di Redazione FinanzaNews24 3 minuti di lettura
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(Money.it) Le imposte relative all’eredità lasciata agli eredi riguardano sia i beni mobili, sia quelli immobili. Quindi, come regola generale, le somme ricevute in questo caso sono soggette a tassazione, quando il de cuius era residente in Italia. Tuttavia, possono esserci dei casi particolari in cui l’eredità arriva dall’estero.

Quando il deceduto è residente all’estero infatti, le regole relative alla tassazione possono essere diverse. Vediamo cosa succede, e se si devono pagare le tasse anche sull’eredità proveniente da una persona non residente in Italia.

Eredità dall’estero e residenza del de cuius

La regola principale secondo cui vengono valutate le tasse relative all’eredità dall’estero è legata proprio alla residenza del de cuius, ovvero la persona deceduta dalla quale proviene l’eredità. Anche tutte le altre regole più complesse al riguardo si basano comunque su questo principio.

A seconda che sia fiscalmente residente in un Paese estero o meno, indipendentemente dalla cittadinanza, verrà applicata l’imposta sulla successione. La residenza del ricevente, invece, non è presa in considerazione.

L’imposta di successione viene applicata quindi quando:

  • nel caso in cui il de cuius, nel momento del decesso, non era residente in Italia, allora solo sui beni presenti nel territorio dello Stato Italiano, quindi su base territoriale;
  • nel caso opposto invece, in cui il de cuius, pur vivendo all’estero, risulti residente in Italia, l’imposta viene applicata su base mondiale, e quindi su tutti i suoi beni e diritti, presenti sia in Italia, sia all’estero.

Cosa si intende per residenza

Bisogna tenere conto però che il concetto di residenza può risultare confuso in questo caso. In generale la residenza si intende come “il luogo in cui una persona ha dimora abituale”, tuttavia questa può anche essere temporanea.

Proprio perché la residenza può essere temporanea, viene da chiedersi se le regole precedenti siano valide anche quando il cambio è avvenuto pochi giorni o settimane prima del decesso, per esempio.
Per questo si tende a utilizzare, per riferirsi alla residenza, la definizione data dal Codice Civile, dove viene indicata come “dimora abituale”.

Comunque, come regola generale, in caso di decesso di


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