EPBD: cos’è e cosa prevede la normativa UE sulla decarbonizzazione degli edifici

Di Redazione FinanzaNews24 2 minuti di lettura

(BorsaeFinanza.it) Il 14 marzo 2021 il Parlamento europeo ha approvato in seduta plenaria a Strasburgo la EPBD Case Green, con 343 voti favorevoli, 216 voti contrari e 78 astenuti. Si tratta di una decisione storica che avrà delle ripercussioni importanti sul futuro del patrimonio immobiliare di ogni Paese aderente all’Unione Europea. Tutto ciò rientra nell’ambito del programma Fit for 55%, presentato dalla Commissione Europea il 14 luglio 2021 e finalizzato ad armonizzare la normativa attuale su clima ed energia per ridurre di almeno il 55% delle emissioni di gas serra entro la fine del decennio rispetto ai livelli del 1990. Questo con la prospettiva di raggiungere il livello carbon neutral entro la metà del secolo.

EPBD: cos’è, cosa prevede e i casi di esclusione

EPBD è l’acronimo di Energy Performance of Buildings Directive e consiste nella messa in atto di azioni sugli edifici inefficienti dal punto di vista energetico sulla base di alcune tempistiche. L’iniziativa nasce con lo scopo di censire e monitorare il parco edifici nell’Unione Europea e in seguito per dare un punteggio a ognuno in termini di prestazione energetica. Attualmente l’obiettivo è quello di fornire ai governi gli strumenti per diminuire il fabbisogno energetico degli immobili di cui dispone, riducendo nel contempo i costi per l’energia. La EPBD quindi è uno strumento in perenne evoluzione e si propone di eliminare gradualmente gli edifici con scarse prestazioni energetiche.

Occorre precisare che l’approvazione parlamentare non significa l’entrata in vigore, dal momento che vi dovrà essere il passaggio tra le istituzioni europee prima che il testo diventi definitivo. In sostanza, la bozza passata al voto parlamentare distingue tra due categorie di immobili: quelli non residenziali e pubblici dagli edifici residenziali. Nel primo caso, è previsto che:

  • entro il 1° gennaio 2027 gli edifici dovranno diventare almeno di classe energetica E;
  • entro il 1° gennaio 2030 gli edifici dovranno essere almeno di classe energetica D.

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