Secondo l’ISTAT il Belpaese non cresce a Maggio e Giugno e la tanto desiderata ripresa economica post pandemia covid-19 non c’è stata
Non è una sorte solo Italiana, l’economia italiana è ferma ovunque: Lo scenario internazionale infatti continua a essere caratterizzato dalla elevata incertezza legata al conflitto tra Russia e Ucraina, dalla forte crescita dell’inflazione, trainate dalle quotazioni dei prodotti energetici e dal cambio della politica monetaria.
Secondo l’ISTAT nella Nota mensile degli ultimi 2 mesi sull’andamento dell’economia emerge che: “In Italia, a maggio, l’indice destagionalizzato della produzione industriale ha interrotto la fase di ripresa che aveva caratterizzato gli ultimi tre mesi, mantenendosi tuttavia su livelli superiori a quelli dell’anno precedente. Il deterioramento della fiducia delle famiglie si è associato a comportamenti di consumo più prudenti mentre il mercato del lavoro ha evidenziato i primi segnali di peggioramento. A giugno, l’inflazione ha mostrato una nuova accelerazione diffusa tra tutte le componenti. Il differenziale con la media dell’area euro, pur rimanendo negativo, si è ridotto. Le prospettive di crescita per i prossimi mesi appaiono condizionate negativamente dal proseguimento della fase inflattiva, dal deterioramento del saldo della bilancia commerciale e dalla caduta della fiducia delle famiglie. Tuttavia, le aspettative delle imprese mostrano ancora contenuti e diffusi miglioramenti”.
Il futuro non sembra avere prospettive più limpide: Il commercio mondiale di merci in volume è cresciuto ad aprile dello 0,5%, recuperando solo parzialmente il calo del mese precedente (-0,9%), penalizzato dalla flessione delle esportazioni cinesi (-4,6%). Le prospettive per i prossimi mesi sono di un peggioramento, come indicato dal PMI globale sui nuovi ordinativi
all’export di giugno che si è collocato per il quarto mese consecutivo sotto la soglia di espansione. A maggio, in Italia l’indice destagionalizzato della produzione industriale ha interrotto la fase di aumento che aveva caratterizzato gli ultimi tre mesi, segnando un calo congiunturale (-1,1%) a sintesi di un arretramento più incisivo nella produzione di energia (-3,9%) e di uno più contenuto per i beni di consumo (-0,7%) e quelli intermedi (-0,6%). Il livello dell’indice permane su valori superiori a quelli del 2021 (Figura 3). Nella media del periodo marzo-maggio, l’indice è in aumento rispetto ai tre mesi precedenti (+2,3%). L’incremento è stato diffuso a tutti i principali raggruppamenti di industrie con la produzione dei beni di consumo che ha registrato il rialzo più sostenuto (+4,6%). La crescita acquisita per il secondo trimestre, che si otterrebbe nel caso in cui il valore della produzione industriale di giugno fosse uguale a quello di maggio, è pari al 2,1%.