L’Agenzia delle Entrate ha pubblicato la circolare che consente di utilizzare il credito d’imposta per una parte compresa tra il 30 e il 60% del canone pagato nei mesi di chiusura dalle società con evidenti problemi di fatturato. Il bonus è da considerare indirizzato a bar, ristoranti e hotel e si riferisce generalmente a edifici non residenziali destinati ad attività industriali, commerciali, artigianali o agricole. La circolare comprende anche entità del terzo settore ed entità religiose riconosciute a livello civile, che svolgono attività istituzionali di interesse generale.
Il bonus verrà applicato anche al canone di locazione o di concessione e il codice fiscale da indicare sarà «6920» e consentirà alle società di compensare le imposte che saranno pagate con il modello F24. Il credito può anche essere trasferito.
Ecco il bonus affitti 2020 per ristoranti, alberghi e bar
Il credito d’imposta equivale al 60 percento degli immobili in affitto per uso non residenziale e al 30 percento degli affitti in casi di leasing commerciale. L’importo da prendere come riferimento è l’importo pagato nel periodo d’imposta 2020 per ciascuno dei mesi di marzo, aprile e maggio. Tuttavia, la tassa deve essere stata pagata. In caso di mancato pagamento, la possibilità di utilizzare il credito d’imposta rimane sospesa fino al momento del pagamento. Se, d’altra parte, l’affitto è stato pagato in anticipo, sarà necessario identificare le commissioni relative ai mesi di utilizzo della prestazione, parametrizzandole sulla durata totale del contratto. Quando le spese condominiali sono concordate come elemento unitario all’interno del canone di locazione e questa circostanza risulta dal contratto, le spese condominiali possono anche contribuire alla determinazione dell’importo su cui viene calcolato il credito d’imposta.
Credito d’imposta per pagamenti di contratti di locazione di immobili non residenziali e contratti di locazione commerciale per coloro che svolgono attività commerciali, artistiche o professionali, con entrate o aliquote non superiori a 5 milioni di euro nel periodo fiscale precedente a quello in corso alla data di entrata in vigore del decreto di rilancio. Il credito d’imposta è riconosciuto alle strutture alberghiere e agrituristiche, indipendentemente dal volume di entrate e tasse registrato nel precedente periodo fiscale. Ciò include anche entità non commerciali, comprese entità del terzo settore ed entità religiose riconosciute a livello civile. Le tariffe forfettarie e le attività agricole sono considerate incluse. Sono inclusi anche coloro che svolgono un hotel stagionale o un’attività agrituristica; In questo caso, i mesi che devono essere presi come riferimento ai fini del credito d’imposta sono quelli relativi al pagamento delle tasse per aprile, maggio e giugno.
Quali sono i principali requisiti per accerdere al bonus affitti 2020 per ristoranti, alberghi e bar
Il credito d’imposta è dovuto a condizione che i soggetti che svolgono l’attività economica abbiano subito una diminuzione della fatturazione o delle aliquote in ciascuno dei mesi di marzo, aprile e maggio di almeno il cinquanta percento rispetto al stesso mese del periodo fiscale precedente. Il calo della fatturazione o delle tariffe deve essere verificato mese per mese. Pertanto, ad esempio, è possibile che tu abbia diritto al credito d’imposta solo per uno dei tre mesi. La circolare chiarisce inoltre che il credito è dovuto a prescindere dalla categoria catastale della proprietà e indica il suo effettivo utilizzo nelle attività sopra menzionate.