Il 30 aprile, il Consiglio dei ministri, su iniziativa del Ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti, ha dato il via preliminare a un decreto legislativo rivoluzionario, attuando così la riforma fiscale delineata dalla legge del 9 agosto 2023, n. 111. Questo decreto mira a una revisione complessiva del regime impositivo relativo ai redditi delle persone fisiche (IRPEF) e delle società e enti (IRES).
Innovazioni per i redditi agrari e autonomi
Significative sono le novità introdotte per la determinazione del reddito agrario, che ora include attività non direttamente legate all’uso del suolo, come l’idroponica. Queste variazioni mirano a modernizzare l’approccio fiscale verso settori emergenti e sostenibili. Per quanto riguarda i redditi da lavoro autonomo, la riforma introduce il principio di onnicomprensività e conferma il criterio di cassa per la temporizzazione dei redditi e delle spese, mantenendo alcune eccezioni come ammortamenti e leasing.
Cambiamenti nei redditi d’impresa
La riforma prevede un allineamento più stretto tra i valori contabili e fiscali per le imprese, influenzando la gestione di elementi come le sopravvenienze attive e le valutazioni delle rimanenze. Si introduce anche una nuova disciplina per il riallineamento dei disallineamenti tra i valori fiscali e contabili, mirando a un’omogeneizzazione delle regole e facilitando così la gestione aziendale.
Focus sui redditi diversi e di lavoro dipendente
Per i redditi diversi, si stabilisce che il valore di acquisizione dei terreni ricevuti tramite donazione sia incrementato dell’imposta sulle donazioni e di altri costi successivi, una regolazione che intende chiarire e semplificare le transazioni immobiliari ereditarie. In ambito di lavoro dipendente, la riforma espande le componenti di reddito escluse dalla tassazione e introduce una indennità una tantum nel gennaio 2025 per alcuni lavoratori dipendenti, a fronte di specifici requisiti di reddito e familiari.
Tempistiche
Le modifiche proposte dalla riforma fiscale entreranno in vigore gradualmente, con alcune disposizioni che avranno effetto immediato e altre che vedranno una transizione più lunga fino al 31 dicembre 2024.
Questi cambiamenti rappresentano un passo significativo verso un sistema fiscale più equo e moderno, rispecchiando le esigenze di un’economia in evoluzione e di una società che cambia.