(Money.it) È più o meno dall’inizio del conflitto in Ucraina, ormai più di un anno fa, che si scommette su quale sarà il punto caldo dal quale partirà una Terza guerra mondiale. Non solo questa è vista come inevitabile, con gli attori in campo ormai troppo gonfi di potere per poter cedere a un confronto diplomatico, ma i punti caldi stanno diventando sempre più caldi.
Le possibilità sono due: la Terza guerra mondiale scoppia in Europa come conseguenza di un’azione che richiede il supporto della Nato a uno dei membri che lo compongono; oppure la Terza guerra mondiale scoppia nell’Oceano Pacifico, dove gli Stati Uniti hanno più di un interesse. Spostato il fuoco fuori dal vecchio continente, è evidente che di punti caldi nel Pacifico ce ne sono eccome, tra Cina e Stati Uniti per l’isola di Taiwan o per le continue provocazioni di Kim Jong-un con test ed esercitazioni missilistiche.
Proprio Kim Jong-un ha lanciato nella giornata di oggi (domenica 19 marzo 2023) l’ennesimo missile a corto raggio verso il mar del Giappone. Non è mancata la risposta degli Stati Uniti e dei suoi alleati, come la Corea del Sud, ma il coinvolgimento dei mezzi militari difficilmente permetterà il raffreddamento della situazione.
La Terza guerra mondiale cambia epicentro: nuove tensioni nel Pacifico
Mentre Stati Uniti e Corea del Sud continuano
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