(Money.it) La scelta del nome da dare al nascituro è sicuramente fondamentale per i neo-genitori, ma prima di cadere nella tentazione di dare più di un nome (massimo 3) è bene conoscere quali sono le conseguenze e qual è la differenza fra il doppio nome e il secondo nome. Regole che possono essere utili anche a chi ha già uno di questi nomi e potrebbe incorrere in errori (e non di poco conto).
Doppio o secondo nome, cosa cambia con la virgola
Quando si dichiara il nome del nascituro la virgola assume un’importanza fondamentale, perché da questo semplice elemento grafico cambia tutta la burocrazia anagrafica. Nel concreto, si parla di doppio nome quando una persona ha due nomi non separati dalla virgola che pertanto costituiscono per la legge un nome solo. Per esempio, un soggetto denunciato all’Anagrafe come “Marco Antonio” ha un doppio nome, di fatto un nome unico.
Al contrario, chi è stato registrato agli uffici anagrafici come “Marco, Antonio” ha un secondo nome, per l’appunto Antonio che non ha la stessa valenza legale. All’atto pratico, questa semplice differenza si concretizza nel modo di firmare corretto. Nel caso del primo esempio, l’unica firma valida contiene entrambi i nomi, ossia il doppio nome “Marco Antonio” che in mancanza di virgola si comporta legalmente come un tutt’uno.
Al contrario, la virgola permette di separare i nomi e di fatto firmare legittimamente con soltanto il primo. Riportando il secondo esempio, sono valide entrambe le
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