Donne e pensioni: essere mamma potrebbe far anticipare di un anno per figlio l’addio al lavoro

Di Antonia De La Vega 3 minuti di lettura

La Riforma per le pensioni é al centro del dibattito tra sindacati e governo e mentre il dibattito sulla  quota di 41 anni e sul pensionamento a 62 anni  si fa acceso, ci si concentra anche su quello che accadrà all’ Ape Sociale ovvero l’Anticipo Pensionistico e all’Opzione Donna. Infatti, queste due misure coprono due categorie distinte, vale a dire i lavoratori e le lavoratrici, per i quali è necessario pensare e attuare opzioni specifiche. Attualmente, l’Opzione Donna  offre alle lavoratrici l’opportunità di andare in pensione se si maturano 35 anni di contributi e lei raggiungono i 58 anni per le dipendenti e 59 anni per le lavoratrici autonome.
I sindacati, chiedono per il 2022, l’introduzione della Quota Mamma, misura pensata per le lavoratrici con figli che riceverebbero un premio sui contributi pari a un anno di sconto per ogni figlio.
La quota mamma, che deve essere valida sia per lo stipendio che per la pensione capitalizzata, essendo un vero e proprio bonus, offrirebbe uno sconto per gli anni di pensionamento senza riduzione del beneficio di vecchiaia. L’Opzione Donna, già più volte prorogata, potrebbe essere una partenza significativa per una nuova riforma delle pensioni, che valorizza anche il ruolo sociale della donna e premiare il suo impegno di lavoratrice e di mamma.

Le lavoratrici che hanno accettato fino a questo momento l’Opzione Donna hanno accettato un assegno pensionistico calcolato interamente con il sistema contributivo.I sindacati richiedono invece l’applicazione delle finestre mobili (articolo 12 del Dl 78/2010, convertito con legge 122/2010). Alle donne infatti a prima rata dell’assegno pensionistico spetta decorsi 12 mesi (18 mesi per le autonome) dopo la maturazione dei requisiti richiesti da Opzione Donna. Per il 2022, consapevoli dell’importanza di questa possibilità per le donne di lasciare anticipatamente il mondo del lavoro, i sindacati chiedono che questa misura divenga strutturale. Il CODS (Committee of Social Options for Women) chiede, ad esempio, di confermare i benefici del pensionamento anticipato per le donne lavoratrici almeno fino al 2023 per evitare le incertezze di rinnovi annuali a cui é soggetta questa opzione dalla sua nascita. Domenico Proietti, Segretario confederale UIL, chiede non solo  un’opzione strutturale per le donne nella prossima riforma pensionistica del 2022, ma anche la possibilità di agire sul sistema pensionistico riconoscendo alle donne una sorta di bonus di contribuzione figurativa ai fini previdenziali per il lavoro di cura e la maternità.

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