(Money.it) Non è facile stabilire quando la donazione diventa definitiva, in quanto sono diversi i soggetti legittimati a impugnarla e per differenti motivazioni. Oltretutto esiste, entro certi limiti, una possibilità di revoca da parte del donante stesso. Dato che ogni impugnazione è soggetta a diversi termini, non è possibile affermare che la donazione è diventata definitiva in senso assoluto, bensì è necessario analizzare ognuna di queste ipotesi.
La contestazione da parte dei creditori del donante
Una prima possibilità di contestazione della donazione è riservata ai creditori del donante. Quando quest’ultimo ha dei debiti, la sua donazione può essere impugnata entro 5 anni da parte dei creditori, purché il resto del patrimonio non sia sufficiente all’adempimento. Oltretutto, entro i primi 12 mesi il creditore è autorizzato ad aggredire direttamente il bene oggetto della donazione e pignorarlo. Ne consegue che se il donante ha dei debiti la donazione è definitiva soltanto dopo 5 anni.
Quando si può revocare la donazione
Il donante può revocare la donazione per ingratitudine del donatario oppure per sopraggiungimento di figli. Con ingratitudine del donatario non ci si riferisce all’aspetto morale, bensì al compimento di atti particolarmente gravi nei confronti del donatario (ad esempio il tentato omicidio) o dei suoi familiari. Questo tipo di revoca può essere esercitato anche degli eredi, sempre entro 1 anno dal momento in cui è stato reso noto l’atto di ingratitudine. Non sono comunque revocabili le donazioni rimuneratorie o per matrimonio.
Altrimenti, la donazione può essere revocata anche per la sopravvenienza dei figli, che il donante non aveva o di cui non era a conoscenza. La revoca può essere esercitata entro 5 anni dalla nascita/adozione o dal riconoscimento del figlio.
È poi prevista la possibilità di annullamento della don
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