Nonostante il Decreto Liquidità abbia messo in campo garanzie pubbliche per agevolare liquidità e flusso di denaro alle aziende, questo flusso risulta ancora bloccato. Un ritardo che però, ha spiegato il Comitato Esecutivo di Abi, l’associazione degli istituti di credito, non dipende dalle banche.
Il motivo dei ritardi nell’erogazione
Il Comitato esecutivo, riunito in videoconferenza, ha infatti messo in evidenza “le difficoltà nelle quali le banche si trovano ad operare: le dichiarazioni di immediata disponibilità delle forme di anticipazione di liquidità non hanno tenuto infatti in conto degli adempimenti, non dipendenti dalle banche, non sempre ancora completati e che impediscono alle banche di attuare, fino ad ora, le misure di liquidità, che necessiterebbero di semplificazioni”, si legge nella nota diffusa.
Cosa serve alle banche per operare
Per poter quindi operare nel rispetto della legge, delle norme di vigilanza “e della sana e prudente gestione che sempre devono rispettare anche nella fase dell’emergenza e dell’urgenza”, le banche necessitano di “certezze giuridiche su strumenti e modalità operative”. Gli istituti di credito, assicura Abi, “stanno facendo tutto quanto è possibile e talvolta l’impossibile per essere vicine alle famiglie, alle imprese, a tutte le persone e categorie sociali così duramente colpite dall’emergenza”.
Il fabbisogno di liquidità delle imprese: i dati
Ma intanto Bankitalia diffonde le sue stime sulla “fame di liquidità” delle imprese. Nella relazione presentata al Parlamento, il Capo del Dipartimento Vigilanza bancaria e finanziaria di Bankitalia, Paolo Angelini, e Giorgio Gobbi, Capo del Servizio Stabilità, fanno sapere che “tra marzo e luglio il fabbisogno aggiuntivo di liquidità delle imprese” può “raggiungere i 50 miliardi”.
A marzo, la contrazione della produzione industriale sarebbe stata pari al 15%. In questo panorama, è indicato come necessario “assicurare un rapido dispiegamento degli strumenti di contrasto dell’emergenza approvati dal Governo, ad esempio potrebbero essere considerate modalità di tracciamento dei finanziamenti erogati, quali l’obbligo di convogliare i finanziamenti con garanzia pubblica su conti dedicati”.
Diffuse le indicazioni della Sace
Il direttore generale dell’Abi, Giovanni Sabatini, ha fatto sapere che, nelle ultime ore, la Sace ha predisposto “le indispensabili indicazioni degli aspetti documentali e procedurali per dare attuazione ai finanziamenti” con propria garanzia, e ha chiesto “le valutazioni delle banche per giungere alla versione definitiva del documento”. “L’occasione della riunione del comitato esecutivo”, ha proseguito, “ha consentito di fare il punto sullo stato di definizione delle ulteriori misure applicative che debbono essere adottate dai gestori dei sistemi di garanzia, Sace e Medio Credito Centrale (Mcc), come individuati dal decreto liquidità”.
Gli step per ottenere il credito
Quattro sono gli step necessari per ottenere il credito garantito dallo Stato attraverso la procedura che vede coinvolta Sace. Secondo quanto indicato dal vademecum sviluppato dalla società in task force con l’Associazione bancaria italiana, la procedura si articola nelle seguenti fasi:
- la presentazione della richiesta di finanziamento all’istituto finanziatore da parte dell’assistito;
- l’invio della richiesta di garanzia a Sace da parte del soggetto finanziatore;
- l’esito della richiesta di garanzia SACE;
- l’erogazione del finanziamento.
E per favorire un tempestivo arrivo di liquidità al sistema, saranno ammessi anche nuovi finanziamenti erogati dopo l’entrata in vigore del decreto. Il tentativo sarebbe quello di bilanciare le necessità di rapidità nell’erogazione con le verifiche ai fini del rispetto degli aspetti normativi.
Articolo originale di Quifinanza.it.