Disturbo ossessivo compulsivo: una mini-guida per comprederlo

Di Valentina Ambrosetti 3 minuti di lettura

Il disturbo ossessivo-compulsivo o DOC è un disturbo mentale caratterizzato dalla manifestazione di ossessioni, cioè immagini, idee o parole che appaiono in modo schiacciante nella mente di una persona. Una persona incapace di far fronte alle ossessioni cerca di attuare compulsioni o azioni coercitive ripetitive per “liberare la mente”.

Il pensiero magico è molto comune nel disturbo ossessivo-compulsivo. Questo pensiero si riferisce alla convinzione che se le azioni non vengono intraprese ripetutamente, può succedere qualcosa di grave. Come regola generale, un evento negativo è associato a un’ossessione. Ad esempio, non calpestare le fughe tra due piastrelle, in modo che non succeda qualcosa di grave a un membro della famiglia.

La connessione tra ossessioni e compulsioni crea un vero circolo vizioso che può interferire in modo significativo con la vita quotidiana di una persona. Il disturbo ossessivo-compulsivo tende a cronicizzarsi e il trattamento più efficace sembra essere la terapia cognitivo comportamentale. Il disturbo ossessivo-compulsivo varia da persona a persona. La sua gravità dipende da diversi fattori, come l’intensità dei sintomi, il deterioramento funzionale nella vita quotidiana, la cronicità e la tolleranza ai farmaci e ai trattamenti.

L’esordio precoce dei sintomi è spesso associato a forme gravi del disturbo. Avere un altro disturbo mentale può esacerbare i sintomi. Il DOC può verificarsi come risultato di questo altro disturbo o essere causato da un altro disturbo. Comorbidità con disturbo depressivo maggiore, fobie, disturbi alimentari, attacchi di panico, sindrome di Tourette, abuso di sostanze.
La presenza di insight che indica la consapevolezza del disturbo. Più il paziente crede che i pensieri e le immagini ossessivi nella sua mente siano veri o si avverino, maggiore è la sua tendenza ad azioni ossessive e più grave è il disturbo. Ad esempio, controlla ripetutamente se hai spento il gas, il rubinetto, la portiera di casa o della macchina, controlla se hai spento le luci, controlla la posta elettronica o i documenti per errori e persino le tue azioni.

Ogni volta che compie una di queste azioni, cresce il dubbio che non abbia “risolto” la situazione, e ha la necessità di ripetere sempre più frequentemente l’azione di controllo, il comportamento (account) per prevenire un evento negativo. Gli oggetti e le azioni possono essere contati. Così possono sorgere sentimenti di vergogna e intensa paura, e le compulsioni molto spesso includono richieste di conferma o di indagine relative a questo argomento (omosessualità, aggressività…).

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