Distretti industriali: record di esportazioni, come crescere ancora

Di Redazione FinanzaNews24 4 minuti di lettura

(BorsaeFinanza.it) Il sistema produttivo dei distretti industriali è un modello tutto italiano ed è un modello vincente. Lo ha dimostrato con la resilienza e la rapidità della ripresa delle imprese che ne fanno parte dopo la crisi della pandemia e nonostante l’esplosione di un conflitto alle porte dell’Europa. A certificare la forza del modello è il 15° Rapporto annuale Economia e Finanza dei distretti industriali di Intesa Sanpaolo, presentato a Milano dal capoeconomista del gruppo bancario Gregorio De Felice, dal presidente del Consiglio di amministrazione Gian Maria Gros-Pietro e dal responsabile della ricerca Industry & Banking Fabrizio Guelpa. Lo studio ha analizzato i bilanci di più di 90.000 imprese, delle quali 22.302 appartenenti a 159 distretti industriali.

I numeri che sono emersi dall’analisi mostrano un modello produttivo resiliente e capace di fare meglio rispetto al resto del manifatturiero. A cominciare dall’affermazione sui mercati esteri, con una crescita delle esportazioni del 19% nel 2022 rispetto all’anno precedente e un record a quota 153 miliardi di euro.

Le cifre che fanno la differenza

Più innovative, più flessibili, più produttive, più attente al benessere di chi vi lavora. Sono tanti i vantaggi che le imprese che fanno parte dei distretti industriali vantano nei confronti delle altre imprese del settore manifatturiero. Vantaggi derivanti da un modello che, come ha sottolineato il presidente del Cda di Intesa Sanpaolo, Gian Maria Gros-Pietro, “permette alle aziende che ne fanno parte di trasmettersi non solo i manufatti e i prodotti ma anche le informazioni, il modo di lavorare, un saper fare produttivo”.

Questo “modo di essere” dei distretti industriali ha permesso una ripartenza rapida dopo la pandemia, come ha fatto notare Gregorio De Felice: “Già nel 2021 i distretti sono cresciuti in fatturato del 5,2%, più di quanto hanno fatto le imprese che non appartengono ad alcun distretto, le quali hanno segnato un +3,1%”. Ha fatto eccezione il settore moda che ha dovuto attendere la fine dei lockdown per riprendere vigore, recuperando il ritardo nel 2022. Tanto che in termini di esportazioni il settore moda, tra beni intermedi e beni di consumo, è quello che ha registrato il maggiore balzo delle esportazioni lo scorso anno.

L’export dei distretti industriali nel 2022 – Fonte: Intesa Sanpaolo Integrated Database

Le prospettive per il 2024

“Il 2023 è stato migliore di quanto fossero le attese alla fine del 2022 e il prossimo anno sarà ancora migliore” ha dichiarato De Felice nel corso della presentazione. “Tuttavia – ha aggiunto – il 2024 sarà un anno più complesso”. La stima per la crescita del fatturato nel 2023-2024 dei distretti industriali è al 3,3% comunque migliore rispetto al totale dell’industria manifatturiera che si dovrebbe fermare allo 0,9% complessivo.

Sul 2024 si scaricheranno gli effetti ritardati delle politiche monetarie restrittive adottate dalle Banche centrali. “Le Banche centrali – ha avvertito Gros Pietro – rischiano di essere restrittive troppo a lungo perché vogliono recuperare parte di quella credibilità persa quando hanno aspettato troppo ad affrontare la salita dei prezzi al consumo”. Un errore di valutazione, secondo il presidente del Cda di Intesa Sanpaolo


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