Secondo un’analisi di Deloitte, per riqualificare energeticamente il 60% degli edifici residenziali in Italia saranno necessari investimenti compresi tra gli ottocento e i mille miliardi di euro, cifre astronomiche.
Il riferimento è alla direttiva europea Case Green, che prevede che tutti gli edifici siano a emissioni zero entro il 2050 e stabilisce che entro il 2030 gli edifici residenziali devono ridurre i consumi energetici del 16%, e raggiungere il 20-22% entro il 2035. Per gli edifici non residenziali, le riduzioni previste sono del 16% entro il 2030 e del 26% entro il 2035.
In Italia, oltre l’83% degli edifici residenziali è stato costruito prima del 1990, una percentuale più alta rispetto alla media europea del 76% e inoltre, il 57% degli edifici italiani risale a prima degli anni ’70. Con 13 milioni di edifici residenziali, il 60% si trova nelle due classi energetiche più basse, F e G. Questo dato è significativamente superiore rispetto a Germania (45%), Spagna (25%) e Francia (21%).
L’italia ha bisogno di una strategia
Angela D’Amico, real estate sector leader di Deloitte Italia, ha sottolineato l’importanza di una strategia nazionale per affrontare la sfida della riqualificazione energetica, che deve basarsi su strumenti tecnici, giuridici e finanziari. Dal punto di vista tecnico, sono necessarie soluzioni non solo per i singoli edifici, ma anche a livello infrastrutturale. Le soluzioni giuridiche devono affrontare sia gli aspetti amministrativi che quelli legati alla proprietà, che in Italia è tra le più frazionate in Europa.
Inoltre, è fondamentale sviluppare nuovi strumenti finanziari che considerino le dinamiche di mercato, già influenzate da fattori demografici e sociali. La riqualificazione energetica degli edifici rappresenta un’opportunità per rivalutare gli immobili, ma comporta anche rischi significativi. Tra questi, il deprezzamento degli immobili con classe energetica bassa, l’impossibilità di affittarli, e la svalutazione degli asset a garanzia delle banche.