Dipendenti pubblici, ecco chi guadagna di più dal taglio del cuneo fiscale (le tabelle)

Di Redazione FinanzaNews24 2 minuti di lettura
Wall Street

(Money.it) Anche i dipendenti pubblici godranno dell’aumento di stipendio che scatterà da luglio 2023 (fino a novembre) grazie al taglio del cuneo fiscale finanziato dal Decreto lavoro approvato il 1° maggio scorso.

Dopo l’incremento straordinario dell’1,5% (che tuttavia deve essere ancora applicato in busta paga) e lo sgravio contributivo del 2% e 3% che decorre da gennaio scorso, ecco che per gli statali – come pure per i dipendenti del settore privato – è in arrivo un ulteriore aumento di stipendio. Il merito è dell’ulteriore sgravio del 4% riconosciuto a coloro che hanno uno stipendio annuo inferiore a 35 mila euro che – come da simulazione effettuata dal Consiglio nazionale dell’Ordine dei Commercialisti – garantirà aumenti netti tra i 48 e i 65 euro al mese per i dipendenti impiegati nella Pubblica amministrazione.

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Il taglio del cuneo fiscale introdotto dal nuovo Decreto lavoro si aggiunge a quello che decorre dal 1° gennaio 2023 per effetto di quanto stabilito dalla legge di Bilancio con cui il governo Meloni – in prosecuzione di quanto già fatto dal governo Draghi – ha scelto di mantenere uno sgravio del 2% per la quota di contributi dovuta sugli stipendi d’importo lordo inferiore a 2.692 euro (in prospettiva 35 mila euro l’anno) e di portarlo al 3% per coloro che guadagnano fino a 1.923 euro (25 mila euro l’anno).

Quindi, l’aliquota contributiva a carico del dipendente pubblico passa dall’8,80% al 6,80% e al 5,80% a seconda dello stipendio percepito.

Con il Decreto lavoro questa percentuale viene ridotta ancora: lo sgravio sale di un ulteriore 4%, arrivando così al 7% per chi guadagna meno di 1.923 euro e al 6% per chi sta sopra questa soglia ma comunque sotto i 2


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