Dimissioni: come viene calcolata la data di decorrenza?

Di Barbara Molisano 3 minuti di lettura
Dimissioni

La gestione delle dimissioni è un aspetto cruciale della vita lavorativa, e comprendere come viene calcolata la data di decorrenza delle dimissioni è essenziale per assicurare una transizione senza intoppi. Nel 2024, le regole per determinare questa data restano ancorate ai principi generali del diritto del lavoro, ma con particolari attenzioni alle specificità contrattuali e alle nuove modalità di comunicazione delle dimissioni.

La definizione della data di decorrenza

La data di decorrenza delle dimissioni si riferisce al primo giorno in cui il lavoratore cessa effettivamente l’attività lavorativa. In pratica, questo significa indicare come data di decorrenza il giorno successivo all’ultimo giorno di lavoro previsto. Ad esempio, se l’ultimo giorno di lavoro è il 28 febbraio, la decorrenza sarà il 1° marzo. Questa regola si applica nella maggior parte dei casi, ad eccezione di situazioni particolari come le dimissioni per giusta causa o durante il periodo di maternità, dove le regole possono variare.

Il calcolo del preavviso

Il periodo di preavviso rappresenta il lasso di tempo che deve intercorrere tra la comunicazione formale delle dimissioni da parte del lavoratore e l’effettiva cessazione dell’attività lavorativa. La durata del preavviso è determinata dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) applicabile, variando a seconda del settore di impiego e della qualifica del lavoratore. Durante il preavviso, il lavoratore è tenuto a continuare la propria attività lavorativa, salvo accordi diversi con il datore di lavoro.

Ad esempio, per i dipendenti del settore metalmeccanico, il preavviso può variare da 7 giorni per i lavoratori con la minore anzianità aziendale e inquadramento fino a 2 mesi per coloro che hanno un’anzianità superiore ai 10 anni e un inquadramento più elevato.

Decorrenza e preavviso: regole e eccezioni

La decorrenza delle dimissioni deve tenere conto della durata del preavviso. È importante sottolineare che il periodo di preavviso è soggetto a sospensione in caso di malattia, maternità o infortunio, riprendendo dal giorno di rientro al lavoro. Inoltre, il preavviso decorre dalla data di comunicazione delle dimissioni fino all’ultimo giorno di lavoro, e non può essere “smaltito” utilizzando ferie o malattia.

La gestione delle dimissioni richiede una comprensione chiara delle regole relative alla data di decorrenza e al periodo di preavviso, che variano a seconda del settore e del contratto applicabile. Prima di presentare le dimissioni, è quindi fondamentale consultare il proprio CCNL e, se necessario, discutere con il datore di lavoro per chiarire eventuali dubbi o negoziare termini specifici. Questo approccio assicura una transizione ordinata e conforme alle normative vigenti, facilitando sia per il lavoratore che per l’azienda la gestione di questo importante passaggio professionale.

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