Una dieta povera di flavonoidi aumenta il rischio di malattia di Alzheimer. Lo dimostra uno studio condotto dallo Human Nutrition Research Center for Aging della Tufts University, Massachusetts e pubblicato sull’American Journal of Nutrition.
Gli studi hanno dimostrato che un basso apporto di questi composti antiossidanti, causato da una diminuzione del consumo di alimenti che li contengono, è associato a un aumento da due a quattro volte della probabilità di sviluppare la malattia di Alzheimer e le relative forme di demenza.
Flavonoidi e deterioramento cognitivo: uno studio
I flavonoidi sono un grande gruppo di sostanze antiossidanti suddivise in 6 sottocategorie: flavonoli, flavanoli, antocianidine, isoflavoni, flavanoni e flavoni.
Si tratta di composti che contrastano l’azione dei radicali liberi e i loro effetti dannosi in termini di invecchiamento e degenerazione cellulare.
Lo studio ha esaminato la sua associazione con il declino cognitivo monitorando i livelli di consumo di 6 diversi tipi di flavonoidi nell’arco di 20 anni.
Dei 2.800 partecipanti allo studio, 193 hanno sviluppato demenza e 158 hanno sviluppato il morbo di Alzheimer.
L’analisi dei dati ha mostrato che il consumo di piccole quantità di flavonoidi era associato a un aumento da due a quattro volte della probabilità di sviluppare ADRD (malattia di Alzheimer o demenza correlata).
Dettaglio: un basso apporto di antociani, presenti nelle bacche, ad esempio, è stato associato a un rischio quattro volte maggiore di sviluppare l’ADHD.
Un basso apporto di flavonoli, come quelli che si trovano in mele, pere e tè, è stato associato a un raddoppio del rischio.
La “bassa assunzione” equivaleva al consumo di un mese di poco più di una mela senza tè o frutti di bosco, mentre la “alta assunzione” era il risultato del consumo di circa 7,5 tazze (la “tazza” statunitense, equivalente a 236 ml negli Stati Uniti). misura italiana) bacche, 8 mele o pere e 19 tazze di tè al mese.
Il rischio di demenza inizia ad aumentare dopo i 70 anni.
Quando ti avvicini ai 50 anni, è saggio passare a una dieta più sana, se non l’hai già fatto, per prevenire il declino cognitivo e la demenza, secondo Paul Jacques, epidemiologo nutrizionale e autore principale dello studio.
Cosa mangiare?
Bacche di goji: flavonoidi Flavonoidi: 5 alimenti che ti aiuteranno ad assumere abbastanza flavonoidi
Come ricostituire le riserve di flavonoidi? Ecco 5 cibi e altrettante ricette di portata per garantire un elevato apporto di questi antiossidanti.
Mirtillo: sono tra i frutti più ricchi di flavonoidi, in particolare antociani, i pigmenti blu responsabili del loro colore, che aiutano a rallentare i processi degenerativi che portano all’invecchiamento.
Hanno infatti un forte effetto protettivo nei confronti dei radicali liberi responsabili del danno ossidativo.
Tè verde: è noto per la sua ricchezza di antiossidanti, inclusi polifenoli e flavonoidi, in particolare antociani e flavanoli, tra cui ad esempio le catechine.
Queste sostanze lo rendono utile contro la degenerazione cellulare, avendo un effetto positivo soprattutto sul sistema cardiovascolare e cerebrale.
Ciliegie: Le ciliegie, come i mirtilli e tutti i frutti rossi, sono ricche di antociani, che agiscono come antinfiammatori, prevenendo le malattie cardiovascolari e rallentando l’invecchiamento.
Cioccolato fondente: Il cioccolato è molto ricco di flavonoidi, in particolare catechine e procianidine, che lo rendono utile per rallentare l’invecchiamento cellulare e prevenire le malattie cardiovascolari.
I flavonoidi sono particolarmente abbondanti nel cioccolato fondente: 100 g ne contengono 50-60 mg rispetto ai 10-20 mg del cioccolato al latte.
Le bacche di Goji si sono guadagnate il soprannome di superfood o cibo della longevità, e il motivo risiede anche nella loro ricchezza di antiossidanti, soprattutto flavonoidi, che hanno la capacità di prevenire l’invecchiamento cellulare.