Dichiarazione dei redditi 2023: cosa scegliere tra modello 730/2023 e Redditi PF, tutte le differenze

Di Redazione FinanzaNews24 5 minuti di lettura
Wall Street

(Money.it) L’inizio della stagione della dichiarazione dei redditi 2023 è alle porte e la domanda se sia meglio utilizzare il Modello 730 o modello Redditi PF può essere un dubbio che assale molti contribuenti. Proprio per questo è tempo di capire quali sono le differenze tra i due modelli dichiarativi per comprendere quale è meglio utilizzare di caso in caso.

Solitamente lavoratori dipendenti e pensionati utilizzano il modello 730 mentre il modello Redditi PF (ex Unico) viene utilizzato solitamente dai titolari di partita Iva e da coloro che devono dichiarare redditi e altri proventi prodotti all’estero.

Con la pubblicazione della dichiarazione dei redditi precompilata, disponibile online (salvo proroghe) dal 30 aprile 2023 è ora di capire e analizzare nel dettaglio i due modelli per comprendere chi deve usare il modello 730 e chi, invece, il modello Redditi PF 2022.

Ogni contribuente che fiscalmente risiede in Italia è obbligato alla presentazione annuale della dichiarazione dei redditi che ha percepito nell’anno di impsta precedente. Con la dichiarazione 2023, quindi, si dichiareranno i redditi percepiti nel 2022.

Attenzione, però, in alcuni casi sono previsti casi di esonero che puòessere funzionale sia a determinare l’importo delle imposte dovute che a richiedere le detrazioni e deduzioni fiscali riconosciute dalla legge.

Di seguito vedremo, sulla base dei redditi da dichiarare, quali sono i contribuenti possono presentare la dichiarazione dei redditi 2023 con il modello 730 e quali dovranno invece utilizzare il modello Redditi PF (ex Unico).

Dichiarazione dei redditi 2022: chi deve usare il modello 730

Il modello 730 è comunemente definito come la dichiarazione dei redditi di lavoratori dipendenti e pensionati. Nel 2023 la possibilità di utilizzare il modello 730 precompilato o ordinario è rivolta ai soggetti che sono:

  • pensionati o lavoratori dipendenti (compresi i lavoratori italiani che operano all’estero per i quali il reddito è determinato sulla base della retribuzione convenzionale definita annualmente con apposito decreto ministeriale);
  • persone che percepiscono indennità sostitutive di reddito di lavoro dipendente (es. integrazioni salariali, indennità di mobilità);
  • soci di cooperative di produzione e lavoro, di servizi, agricole e di prima trasformazione dei prodotti agricoli e di piccola pesca;
  • sacerdoti della Chiesa cattolica;
  • giudici costituzionali, parlamentari nazionali e altri titolari di cariche pubbliche elettive (consiglieri regionali, provinciali, comunali, ecc.);
  • persone impegnate in lavori socialmente utili;
  • lavoratori con contratto di lavoro a tempo determinato per un periodo inferiore all’anno. Questi contribuenti possono rivolgersi al sostituto d’imposta, se il rapporto di lavoro dura almeno dal mese di aprile al mese di luglio 2022. In alternativa possono rivolgersi a un Caf o a un professionista abilitato.
  • personale della scuola con contratto di lavoro a tempo determinato, che può rivolgersi al sostituto d’imposta o a un Caf-dipendenti o a un professionista abilitato;
  • lavoratori che posseggono soltanto redditi di collaborazione coordinata e continuativa (art. 50, comma 1, lett. c-bis, del Tuir) almeno nel periodo compreso tra il mese di giugno e il mese di luglio 2022 e conoscono i dati del sostituto che dovrà effettuare il conguaglio, presentando il Mod. 730 a un Caf o a un professionista abilitato;
  • produttori agricoli esonerati dalla presentazione della dichiarazione dei sostituti d’imposta (Mod. 770), Irap e Iva.

Si potrà utilizzare il modello 730, sia precompilato sia ordinario, nel caso in cui nel 2022 si siano percepiti :

  • redditi da lavoro dipendenti e assimilati;
  • redditi da terreni o fabbricati;
  • redditi di capitale;
  • redditi di lavoro autonomo per i quali non è richiesta partita Iva;
  • redditi diversi o a tassazione separata.

Presentare il modello 730/2023 su Fisconline o tramite Caf e commercialisti comporta alcuni importanti vantaggi, primo fra tutti la possibilità di ricevere i rimborsi Irpef direttamente in busta paga o nella rata di pensione.

La stessa cosa nel caso in cui dalla dichiarazione dei redditi dovesse emergere un debito: le imposte dovute saranno trattenute direttamente dallo stipendio o alla pensione. In questo caso, è bene precisare che per coloro che hanno un debito fiscale alto, al fine di evitare la trattenuta in


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