Delega fiscale, via libera alla Camera: meno sanzioni e non solo

Di Redazione FinanzaNews24 3 minuti di lettura
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(QuiFinanza.it) Via libera dato dalla Camera, in terza lettura, alla Delega fiscale, che diventa legge. Un totale di ben 23 articoli, cui seguiranno nei prossimi due anni i relativi decreti attuativi. Diamo uno sguardo a quelle che sono le principali novità, dalla riduzione dell’Irpef all’incremento delle tredicesime, fino al superamento del superbollo.

Generale soddisfazione nel governo Meloni, come rendono ben chiaro svariate dichiarazioni. Partendo proprio dalla premier, ecco le sue parole in merito: “Soddisfatta dell’approvazione della delega fiscale. Una riforma strutturale e organica, che incarna una visione di sviluppo e crescita. L’Italia ne aspettava una da 50 anni“.

Ciò che promette è un sistema che tassi meno le famiglie e le imprese. Al tempo stesso più soldi in busta paga e tasse ridotte per chi decida di assumere e investire in Italia. A corredo di tutto ciò, una burocrazia snellita: “Un impegno preso con i cittadini, che oggi abbiamo onorato”.

Se Giorgia Meloni esalta il lavoro svolto, sul frotne Lega si guarda al governo Draghi. Molto soddisfatto il relatore della riforma fiscale Alberto Gusmeroli. Parla infatti di pagina che resterà nella storia d’Italia. Con riferimento a quanto svolto dalla precedente coalizione, spiega come “questa delega sia nata dall’ascolto. Una differenza non da poco”.

Così come la premier, evidenzia la trasformazione del Fisco, che sarà non soltanto più equilibrato e meno esoso, ma soprattutto meno complicato per quanto concerne il rapporto con l’utente. Snelliti svariati processi, al fine di “rendere il nostro sistema fiscale meno nemico”. Non sono mancati scontri interni, ha sottolineato, ma alla fine tutti hanno fatto la propria parte. E sulla patrimoniale? Era nato un vero e proprio caso il 3 agosto, con un ordine del giorno accolto dal Governo in aula alla Camera e poi “cassato” da Palazzo Chigi. Un ordine del giorno di Nicola  Fratoianni, con possibilità di una Next Generation Tax per i patrimonio superiori i 500mila euro. Il pensiero del governo è stato però ben ribadito da Gusmeroli: “Nessun italiano subisca una patrimoniale”.

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