Definire le relazioni che viviamo è sintomo di insicurezza e potrebbe essere anche nocivo

Di Valentina Ambrosetti 4 minuti di lettura
crush o amore

Le relazioni hanno così tanti significati e differenze, sfumature e dettagli da considerare, che è impossibile fare un discorso generale. Ma se qualcosa prima o poi ci unisce, è la necessità di definire le relazioni che viviamo. Siamo cresciuti con la chiara idea che il legame con un partner debba essere esclusivo, monogamo, racchiuso in un quadro che ne definisce i limiti con la massima precisione. E non c’è assolutamente nulla di sbagliato in tutto questo, purché non limiti la nostra visione delle relazioni e del significato stesso dell’amore.

Ci sono legami che si nutrono della libertà dei partner, altri, al contrario, si basano sulla convinzione dell’assenza di qualsiasi tipo di “ingerenza” nel rapporto tra i due. E va bene. Perché a volte quando incontriamo qualcuno, prima o poi, arriva il momento in cui sentiamo il bisogno di definire quel “qualcosa”, che ancora non ha nome. Ci stiamo solo frequentando oppure è qualcosa di più? Abbiamo una relazione esclusiva o possiamo uscire con altre persone? E le domande potrebbero continuare all’infinito, in un lungo (molto, lunghissimo) elenco di incertezze che ci fanno esitare. La definizione di relazione nasce da un bisogno naturale. Ha a che fare con i nostri bisogni, con ciò di cui abbiamo bisogno in questo momento particolare della nostra vita, con ciò di cui pensiamo di aver bisogno per il nostro benessere, sia “al singolare” che “al plurale”. Tutta la nostra esistenza si basa sulle parole e sulla capacità di dare nomi e definizioni alle cose: ci dà fiducia, ci fa sentire sicuri che questo “qualcosa” ci appartiene ed è una parte granitica della nostra vita.

Tuttavia, definire le relazioni ed etichettarle non è sempre la mossa giusta. Dipende dal contesto, dalla coppia e da noi stessi. Se iniziamo una relazione con qualcuno, chiamalo come vuoi (flirt, appuntamento, storia), significa che c’è un feeling innegabile tra noi e il partner. Le relazioni possono nascere da una “questione di chimica”, da pura attrazione sessuale, e sì, anche proseguire in quella direzione senza alcun problema. A volte può succedere che questa attrazione si sviluppi in qualcosa di più profondo, in una connessione intima e personale in cui ci scambiamo desideri, sogni, paure, aspettative, attaccamenti, amore. In una parola, ogni caso è unico.

Queste differenze non devono farci cadere nell’errore che spesso commettiamo senza accorgercene: guardate alcuni reportage di Serie A e altri di Serie B. Ma chi ha stabilito che sia così? Chi ha deciso che le relazioni sessuali sono meno importanti delle relazioni sentimentali? Tutti questi aspetti ci aiutano a definire il rapporto in cui viviamo e che non dovremmo mai imporre in un modo o nell’altro.

Non ci vuole molto per comprendere appieno questo concetto. Fatti una domanda molto semplice: qualunque sia la natura della relazione che stai vivendo, sei felice? Ti fa stare bene? ti dà una bella sensazione, vi fa uscire da casa al mattino con tante energie ed entusiasmo in corpo? Se la risposta a queste domande è Sì, capite bene che definire forzatamente le relazioni potrebbe diventare controproducente, anziché utile a rafforzare i legami.

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