Decreto lavoro 2023: addio Rdc, aumento stipendi e pensioni, tutte le novità

Di Redazione FinanzaNews24 4 minuti di lettura
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(Money.it) Oggi 1° maggio, festa dei lavoratori, il Governo sarà in Consiglio dei Ministri per approvare il Decreto Lavoro. Una scelta criticata soprattutto dalle sigle sindacali. Il segretario Cgil Landini l’ha definito un «atto un po’ di arroganza e di offesa nei confronti dei lavoratori».

«Non è una mancanza di rispetto. È un segnale e mi sarei aspettata un “bravi”. Era un modo per dire “ci siamo e ci siamo tutti”, una mano tesa, un tentativo di dialogare e di lavorare insieme, perché sul taglio del cuneo fiscale credo che siamo d’accordo» – la risposta di Giorgia Meloni.

La manovra sarà di circa 30 articoli finanziato con 3,4 miliardi grazie allo scostamento di bilancio. Diverse le novità: dall’addio definitivo al Reddito di Cittadinanza sostituito da due nuove misure alla riduzione del cuneo fiscale. E poi incentivi per le assunzioni, novità per i contratti a termine e le pensioni. Ecco tutte le novità previste.

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Aumento di stipendio con il taglio del cuneo fiscale

La prima – importante – novità, riguarderà il potenziamento dello sgravio contributivo introdotto dalla legge di Bilancio 2023. Il taglio dovrebbe salire di uno o due punti percentuali per i redditi medio-bassi.

Quindi, in totale si ridurrà:

  • di 7 punti percentuali per retribuzioni fino a 25mila euro;
  • di 6 punti percentuali per retribuzioni fino a 35mila euro.

Dal taglio del cuneo ne risulterà quindi un risparmio, il quale si riverserà quasi interamente sull’importo netto della busta paga. Ad esempio, chi guadagna fino a 25mila euro potrà guadagnare fino a 100 euro in più.

Per il momento l’aumento sarà in vigore da maggio a novembre, ma – fanno sapere fonti del governo – l’intenzione è di renderlo strutturale confermandolo così anche per gli anni a venire.

Fringe benefit

Il governo non tasserà i fringe benefit fino a 3.000 euro per i lavoratori con figli. Nell’articolo «Misure fiscali per il welfare aziendale» viene stabilito che ’’limitatamente al periodo d’imposta 2023, in deroga a quanto previsto dal Testo unico delle imposte sui redditi non concorrono a formare il reddito il valore dei beni ceduti e dei servizi prestati ai lavoratori dipendenti con figli a carico, nonché le somme erogate o rimborsate ai medesimi dai datori di lavoro per il pagamento delle utenze domestiche del servizio idrico integrato, dell’energia elettrica e del gas naturale entro il limite complessivo di euro 3.000’’.

Aumento assegno unico

Già con il Decreto lavoro verrà autorizzato un primo “aumento” dell’assegno unico. Attenzione, non si tratta degli aumenti annunciati nel Def – di cui vi parlavamo qualche giorno fa – che verranno introdotti solamente nel 2024, bensì di una modifica alla norma originaria con cui verrà risolto il problema delle famiglie mo


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