Il razionamento delle forniture di gas da parte della Russia pone al centro del dibattito non solo politico ma anche economico il tema della sicurezza energetica e delle possibili fonti di energia che dovranno sostituire il gas. Occorre un piano B e il mondo politico dovrebbe già provvedere a realizzarne uno
Nella triste ipotesi, anche suggerita ed indagata il mese scorso dalla Banca d’Italia, in cui si ipotizza un inasprimento del conflitto associato ad una interruzione delle forniture di gas dalla Russia si determinerebbe un’importante recessione dell’economia italiana. Una crisi quella che del gas che potrebbe impattare ulteriormente sul calo del PIL che potrebbe raggiungere anche lo 0,3% nel 2022 e dello 0,5 nel 2023. Un PIL che sembra essere già lontano dalle ipotesi di rilancio dell’economia in cui gli italiani avevano confidato prima dell’inizio del conflitto tra Russia ed Ucraina. La crisi del gas coinvolgerà l’intera economia: salendo i prezzi ci saranno ricadute sulle imprese e ipotizzabili casi di lockdown energetico.
Ricordiamo inoltre che nel Belpaese l’aumento dei prezzi del gas si ripercuote su quelli dell’energia elettrica: l’Italia produce il 50,4% dell’energia elettrica con il gas e il 39,1% da rinnovabili a differenza degli altri paesi europei ( la Germania produce energia elettrica utilizzando il 43,6% di rinnovabili e per il 29,8% dal carbone, in Francia il 67,2% della produzione di energia elettrica avviene con ,l’apporto del nucleare, 23,1% di rinnovabili, mentre solo il 6% con il gas).
A sostenere l’idea e a riaffermare l’urgenza del piano B per la fornitura del Gas è Stefano Besseghini, il presidente dell’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente in occasione della relazione annuale dell’Arera: “L’Autorità ritiene importante che da subito ci si dedichi alla elaborazione di piani dettagliati con cui affrontare eventuali situazioni di crisi nella fornitura di gas affinché anche la gestione della emergenza veda chiari ruoli, tempi e metodi. Crediamo sia il momento di promuovere con decisione da parte del Governo, di Enea, del Gse degli stessi operatori, campagne informative, vademecum e soluzioni che contribuiscano a risparmiare energia in tutte le sue forme. Tutti possiamo contribuire con le nostre scelte quotidiane”.