Crisi energetica: una battaglia con costi altissimi

Di Gianluca Perrotti 2 minuti di lettura
Wall Street

Quanto hanno speso i Paesi europei per contrastare gli impatti della crisi energetica sull’economia e la società?

È Bruegel, un think tank internazionale con sede a Bruxelles, a fare i conti in una nuova analisi sulle politiche fiscali nazionali adottate in risposta al caro energia. Lo studio copre il periodo tra settembre 2021 e gennaio 2023 e rivela che ad oggi i Paesi europei, inclusi Norvegia e Regno Unito, hanno già speso complessivamente quasi 800 miliardi di euro.

Nello specifico, 792 miliardi di euro, di cui oltre 681 miliardi di euro appartengono all’Unione Europea. Ovviamente, per proteggere imprese e famiglie, ogni Paese ha adottato la propria ricetta personale e i budget variano molto all’interno del campione.

La Germania è in assoluto il Paese che ha speso di più per contrastare la crisi dell’energia.

Tra imposte ridotte, regolamentazione dei prezzi al dettaglio, indennizzi per le famiglie a basso reddito e aiuti alle aziende, Berlino ha erogato quasi 270 miliardi di euro, una cifra che supera facilmente ogni altro sforzo europeo in tal senso.

Ognuno ha la sua ricetta: ma quale sarà quella vincente?

Seguono la Gran Bretagna, l’Italia e la Francia, tre Paesi che hanno speso circa 100 miliardi di euro ciascuno. Tuttavia, se la valutazione si sposta su base pro capite, in cima alla classifica compaiono Lussemburgo, Germania, Malta e Danimarca, rispettivamente con il 9,3%, il 7,5%, il 7,1% e il 6,1% del PIL.

Ciò che emerge chiaramente è che la spesa stanziata per la crisi energetica ha ormai raggiunto e superato i fondi di ripresa dal COVID-19 e la Commissione europea non nasconde più la propria preoccupazione. Ad ottobre dello scorso anno, l’Esecutivo UE, a cui spetta il compito di controllare le regole del debito e del deficit del Blocco, ha ammonito gli Stati membri per essere stati troppo generosi nel sostegno statale.

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