(Money.it) A due settimane dal fallimento negli Stati Uniti della Silicon Valley Bank e a 10 giorni dalla crisi del Credit Suisse, i mercati finanziari sono tornati a tremare in Europa. A trascinare al ribasso tutte le principali piazze europee nella giornata di venerdì 24 marzo ci ha pensato la Deutsche bank che ha chiuso con un -8,5% a 8,54 euro per azione. La principale banca tedesca è stata colpita pesantemente dalle vendite fin dall’apertura, fino a scendere sotto quota 8 euro.
A scatenare la crisi l’annuncio in mattinata del rimborso di 1,5 miliardi di dollari di bond subordinati Tier 2 con scadenza 2028. Come un effetto domino tutte le altre piazze europee sono state trascinate chiudendo la settimana di contrattazioni in negativo. Nonostante tutto i vertici europei continuano a mostrare tranquillità. «Il settore dell’area dell’euro è resiliente, perché dispone di solide posizioni patrimoniali e di liquidità. È forte perché abbiamo applicato tutte le riforme normative concordate a livello internazionale dopo la crisi finanziaria globale» – ha detto Christine Lagarde presidente della Bce.
Intanto però si ritorna a parlare della teoria dello scarafaggio, usata già per indicare diverse crisi finanziarie. Vediamo di cosa si tratta.
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