Nel primo trimestre del 2024, l’Italia ha registrato un aumento significativo del numero di occupati, con un incremento di 394 mila posti di lavoro, pari al +1,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Secondo i dati dell’Istat, l’aumento ha coinvolto principalmente i dipendenti a tempo indeterminato, che sono cresciuti di 478 mila unità (+3,1%), e gli indipendenti, che hanno visto un incremento di 48 mila unità (+1,0%). Anche gli occupati a tempo pieno sono aumentati, con un +457 mila (+2,4%), mentre si è registrata una diminuzione dei dipendenti a termine (-132 mila, -4,6%) e degli occupati a tempo parziale.
Canali di ricerca del lavoro: il ruolo del networking informale
L’Istat ha evidenziato che la ricerca di lavoro continua a essere dominata dall’uso di canali informali. La maggior parte delle persone in cerca di lavoro si rivolge a parenti, amici e conoscenti, con una quota stabile al 75,7%. Seguono l’invio di domande e curriculum (65,4%, +1,3 punti) e la consultazione di offerte di lavoro (49,2%, +1,8 punti). Tra i disoccupati, è aumentato l’uso dei Centri pubblici per l’impiego (27,3%, +3,3 punti) e, in misura minore, delle agenzie private di intermediazione (20%, +0,8 punti).
Il numero di persone in cerca di occupazione è sceso a 1 milione 974 mila, con una diminuzione di 123 mila rispetto al primo trimestre del 2023 (-5,9%) ed ha coinvolto sia i disoccupati con esperienze lavorative precedenti che quelli alla ricerca del primo impiego. Tuttavia, la quota di disoccupati in cerca di lavoro da almeno 12 mesi è leggermente aumentata, raggiungendo il 54,5% (+0,2 punti), per un totale di 1 milione 77 mila persone.
Tendenze aziendali e costo del lavoro
Dal punto di vista delle imprese, si osserva una crescita delle posizioni lavorative dipendenti, con un aumento dello 0,8%. Questo incremento è stato leggermente più basso per i lavoratori a tempo pieno (+0,7%) rispetto a quelli a tempo parziale (+0,9%). In termini annuali, la crescita delle posizioni dipendenti ha raggiunto il 2,8%, con un incremento del 2,9% per i full-time e del 2,6% per i part-time.
Le ore lavorate per dipendente sono aumentate dello 0,6% su base trimestrale e dello 0,4% su base annuale. Tuttavia, si è registrato anche un aumento del ricorso alla cassa integrazione, con 7,8 ore ogni mille ore lavorate. Il tasso dei posti vacanti è diminuito di 0,3 punti percentuali rispetto al trimestre precedente e di 0,2 punti rispetto all’anno precedente.
Il costo del lavoro per unità di lavoro equivalente a tempo pieno è cresciuto dello 0,1% su base trimestrale, con aumenti equivalenti sia per le retribuzioni che per i contributi sociali. Su base annuale, il costo del lavoro è aumentato dell’1,6%, trainato principalmente dalle retribuzioni (+1,8%) rispetto ai contributi sociali (+0,9%).